L’extrema ratio: per risolvere una situazione apparentemente bloccata l’Inter deve accordarsi per la rescissione del contratto
L’Inter spera ancora di poter piazzare gli esuberi per risparmiare intorno ai 25 milioni di euro sul costo della rosa complessivo. Un tesoretto del genere sarebbe manna dal cielo: un valore utilissimo per aprire spazio a nuovi innesti. Ovviamente, non ci si può ridurre a fine agosto. E, all’orizzonte, non sembra che il mercato sorrida alle intenzioni e alle esigenze nerazzurre.
Il più fastidioso dei soprappiù è il caro Joaquin Correa. Nonostante le voci di apprezzamento dalla Turchia, dall’Arabia e dell’Argentina, nessuno sembra pronto a farsi avanti per il Tucu. Ecco perché non è prematuro cominciare a ragionare della possibilità di contrattare una risoluzione per arrivare a una rescissione anticipata del contratto.
Il Tucu non rientra più nei piani nerazzurri. Tornato dal fallimentare prestito al Marsiglia, per ora Correa serve solo a far numero durante le amichevoli estive. Marotta aspetta speranzoso qualche offerta, ma nulla si muove in concreto per il deludente ex Lazio.
Quindi, è vero, l’Inter potrebbe davvero scegliere di offrire al giocatore la risoluzione anticipata del contratto, riconoscendogli magari la metà dell’ingaggio. Meglio risparmiare quel poco che si può risparmiare invece di tenerselo ad Appiano fino termine del contratto nel prossimo giugno.
Rescissione del contratto per Correa: l’Inter ci pensa davvero
Un altro prestito per Correa è fuori discussione, a meno che non esca fuori un club pronto ad accollarsi l’intero ingaggio. Diverso è per esempio il caso di Vanheusden che è stato di nuovo ceduto in prestito per puro motivo contabile. Con due anni di contratto, il valore a bilancio del belga quest’anno è ancora alto, intorno ai 6 milioni.
Ma, avendo uno stipendio basso, per evitare di fare minusvalenza, l’Inter avrebbe dovuto venderlo intorno a quella cifra, che appare oggi fuori mercato. L’anno prossimo il valore di Zihno scenderà intorno ai 3 milioni, e sarà quindi più facile da piazzare sul mercato minimizzando il rischio o di una minusvalenza.
Questo discorso va applicato a tutti gli esuberi: è necessario riuscire a piazzarli nel miglior modo possibile per minimizzare la perdita tra residuo a bilancio e risparmio sull’ingaggio. E la situazione diventa molto più dedicata appunto per Correa. Per costi di ammortamento, il Tucu pesa più di 8,5 milioni. E quest’anno dovrebbe essere venduto almeno a 4 milioni per evitare una pesante minusvalenza.
Correa prende 3,5 milioni netti all’anno, e fra gli esuberi è l’elemento più ingombrante anche in questo senso. Dietro di lui c’è Radu, che prende un milione di ingaggio e pesa come ammortamento quasi 2 milioni. Zinho ha costi di ammortamento pari a 3 milioni circa ma prende solo 100.000 euro di stipendio. Per Salcedo ci sono altri 2 milioni circa di ammortamento da pesare. Gli altri esuberi da piazzare sono Satriano e Agoumé, che possono essere venduti a meno di un milione per non registrare una minusvalenza.
A chi vendere il Tucu
Ma chi li spende 8,5 milioni per Correa? Per questo non si può escludere che l’Inter valuti la prospettiva di una rescissione del contratto per risparmiare almeno un po’ sui costi dell’ingaggio e liberare uno spazio in rosa. L’accordo potrebbe prevedere un indennizzo pari a metà dello stipendio attuale, fino a un massimo di 1,7 milioni.
Cedere Correa è ancora prioritario perché banalmente il Tucu è quello che pesa di più sulle casse nerazzurre. Qualora l’argentino fosse prestato, sarebbe necessario un rinnovo di contratto, che in ogni caso ridurrebbe l’impatto dell’ex Lazio sui bilanci di viale della Liberazione. A quel punto, però, l’Inter dovrebbe tenersi il Tucu sul groppone per altri due o tre anni.
L’ultima speranza è l’AEK Atene che ha mostrato interesse per Correa e ha disperatamente bisogno di un attaccante. Ma la trattativa è complicata perché i greci non hanno soldi.