Ecco come spiegarsi il ritorno dello scorso anno di Alexis Sanchez: il cileno è un amante delle minestre riscaldate
Carramba che sorpresa! L’amico dato per disperso è di nuovo qui, e ora pretende un contratto da 3 milioni a stagione. Un po’ troppo per un trentacinquenne? No, se si tratta di un campeón del livello di Alexis Sanchez. Che gli vuoi dire al Niño? Gli interisti hanno imparato a volergli bene e ad apprezzarne l’apporto in campo, anche se raramente il cileno si è rivelato decisivo.
Stavolta, però, a cedere alla nostalgia non sarà l’Inter, che nella trappola del ritorno di fiamma già cascata una volta di troppo. La storia fra il Niño Maravilla e il club nerazzurro è stata non troppo lunga ed esaltante, ma di certo è stata molto movimentata e divertente.
Il cileno arrivò a Milano a fine agosto 2019, in prestito annuale all’Inter dallo United, dove era finito fuori rosa. Tutti lo davano per un rottame. Ma il Niño non faticò più di tanto a ritagliarsi uno spazio nella prima Inter di Conte: pur partendo come seconda scelta, godeva della fiducia del mister e dei compagni.
Il primo goal con la maglia nerazzurra arrivò nella vittoria 3-1 contro la Sampdoria, e in quella stessa partita il Niño si beccò pure un cartellino rosso. Quella partita, col senno di poi, rivelava molto del carattere e delle qualità del cileno… Poi a ottobre l’attaccante ex Barcellona e United si infortunò in un’amichevole in Nazionale contro la Colombia e rimase fuori fino a gennaio. Riuscì a riprendersi un po’ dopo il lockdown e concluse la stagione con 4 goal e 9 assist.
Il ritorno di Alexis Sanchez: il Niño non ne ha abbastanza
A quel punto Conte lo bacchettò pubblicamente, spiegando che sbagliava troppo sotto porta e che l’Inter non poteva permettersi di mettere in campo un giocatore con quella scarsa media realizzativa. Ciononostante la società lo acquistò a zero dallo United e gli fece firmare un contratto triennale. Pur essendo ancora una riserva, nella sua seconda stagione in nerazzurro, il cileno andò meglio in termini di reti, arrivando a 7 goal complessivi.
L’anno dopo, con Inzaghi in panchina, Sanchez cominciò a mostrare maggiori segni di insofferenza. Si sentiva il più forte nel reparto avanzato e non tollerava di dover entrare solo pochi minuti nel secondo tempo. Ma, a parte il goal glorioso del 12 gennaio 2022, quello segnato alla Juve nei supplementari della Supercoppa italiana, anche con Inzaghi non fece benissimo quando chiamato in campo. E così, anche per via del suo ingaggio troppo alto (11 milioni lordi), la dirigenza lo invitò a sloggiare corrispondendogli un indennizzo per rescindere.
Se ne andò allora all’Olympique Marsiglia, dove in 44 partite ha segnato 18 reti in tutte le competizioni. I francesi lo avrebbero volentieri trattenuto, ma Alexis Sanchez voleva il ritorno all’Inter. E così è stato. Marotta gli ha offerto un nuovo contratto e il cileno è tornato per il suo quarto anno in nerazzurro.
Tra Marsiglia e Udinese
Ora che si è svincolato di nuovo, Sanchez è alla ricerca di una nuova avventura. Ha parecchie richieste, il cileno. Lo cercano in Serie A, in Spagna, in Francia, in Turchia, in Argentina, in Messico e, ovviamente, in Arabia Saudita. Lui vorrebbe giocare in Champions. Per questo ha già rifiutato vari approcci dai club sauditi.
Secondo SkySport, l’Udinese ha da tempo pronto un contratto per Sanchez: il sogno dei friulani è quello di un ritorno del loro eroe delle stagioni dal 2008 al 2011. Alexis, però, non è convintissimo e vuole aspettare che si faccia avanti un club che giochi in Champions. Non disdegnerebbe nemmeno un ritorno al Marsiglia, che però giocherà in Europa League. Ma i francesi già gli hanno fatto capire che non hanno spazio disponibile in rosa.
Sembra che si potrebbe fare avanti il Lione. O qualche squadra russa. Si è anche vociferato di un clamoroso ritorno in Premier dopo le esperienze agrodolci all’Arsenal e allo United; e per Sanchez andrebbe bene. Basta che lo fanno giocare in un contesto importante. L’Udinese è il salvagente, nel caso nessuno lo contatti entro fine agosto. Il ritorno non è escluso. Così come resta possibile l’approdo al Como o al Monza.