Bisogna sperare in una mossa dalla Turchia: l’operazione è complicata per più ragioni, ma l’Inter non ha intenzione di arrendersi
Speranza turca. A tanto si è ridotta l’Inter? Alcune voci di mercato, nei giorni scorsi, hanno lasciato immaginare un interessamento da parte di un club anatolico per un tesserato nerazzurro. In effetti, in Turchia ci sono società competitive dal punto di vista economico, che in questi anni hanno saputo attrarre grandi nomi.
Nell’ultimo decennio, il calcio turco è stato dominato da tre club. Il Galatasaray, che con i suoi 24 titoli nazionali1 è la società più vincente del Paese, il Fenerbahce, che ha vinto 19 Super Lig, e il Besiktas, che si è fermato a 15 titoli. Oltre a questi club ci sono altre società molto ambiziose e capaci di prendere in rosa giocatori di livello.
C’è l’Istanbul Basaksehir, dove gioca l’ex Genoa, Milan, Fiorentina e Salernitana Piatek. Ci sono poi il Kasimpasa di Hajradinovic e l’Adana di Balotelli. C’è l’Alanyaspor dove gioca l’ex Rennes Nicolas Janvier. E poi c’è il Trabzonspor, che l’anno scorso è arrivato terzo in classifica e spera di migliorare per vincere il titolo nazionale.
Nel club di Trebisonda giocano l’ex Nantes Batista Mendy, il greco Fountas, l’ex Valladolid Moreno e l’ex Levante Bardhi. Nella scorsa stagione avevano in attacco il nigeriano Paul Ebere Onuachu, arrivato in prestito dal Southampton. E quest’anno hanno dunque bisogno di una nuova punta. Ecco perché si parla di un possibile interessamento per Marko Arnautovic.
Marko Arnautovic in Turchia: tutti i dubbi sull’operazione
Sono arrivate delle timidi voci dalla Trabzonspor, anche se la pista non è stata ancora confermata da nessuno. L’Inter, nonostante le parole di Ausilio (il ds spiegò che la società era contenta di Arnautovic e che non intendeva cederlo), spera davvero in un’operazione con una squadra dalla Turchia.
Inzaghi vorrebbe un attaccante di qualità, una seconda punta brava a creare superiorità numerica e a offrire soluzioni nuove al reparto. Ma non c’è spazio disponibile in rosa per un acquisto del genere. Il sogno è Gudmundsson, ma la realtà ha altre sembianze. Una doppia faccia. La prima annoiata e un po’ svagata (quella del Tucu Correa) e quell’altra imbronciata (quella di Arnautovic).
Anche se Oaktree dovesse dire di sì a un investimento extra e se dalla cessione di tutti gli altri esuberi arrivassero liquidi per muovere un assalto all’islandese, nella lista UEFA per la Champions League non ci sarebbe comunque spazio per un altro attaccante. A meno che non si tratta di una punta cresciuta nel settore giovanile dell’Inter.
L’ipotesi della cessione non piace però all’austriaco e non si sposa nemmeno con scenari plausibili: in giro non c’è nessuno disposto a investire per un trentacinquenne che prende 3,5 milioni a stagione. Stesso discorso vale per Correa, con l’unica differenza che l’argentino sembrerebbe pure disposto a muoversi, qualora ci fossero manifestazioni di apprezzamento nei suoi confronti.
Spalle al muro
Non è cosa concedere la buonuscita, né all’uno né all’altro. Al massimo si potrebbe arrivare, messi spalle al muro, al rinnovo di un anno per poter dare i due attaccanti in prestito a qualcuno che è disposto a pagar loro lo stipendio. Con Correa avrebbe ancora senso, dato che l’argentino ha trent’anni. Ma con l’austriaco, che si avvia verso i trentasei, un prolungamento sarebbe sensato come darsi con la testa nel muro per risolvere la cefalea.
Liberando 13 milioni lordi annui degli stipendi del Tucu e di Arnautovic, il monte ingaggi sarebbe molto più sostenibile per l’Inter. Ma se far uscire Correa sembra un’utopia, anche vendere Arnautovic assomiglia oggi a un’impresa impossibile. Nessuno di fida di un attaccante di quell’età e che da due stagioni continua a infortunarsi con troppa puntualità.
Appena arrivato in ritiro, pochi giorni fa, l’austriaco si è subito fermato. Per fortuna solo per febbre e non per un problema muscolare. Ora l’evolversi delle prossime settimane di allenamento sarà importante anche per scoprire come Inzaghi si rapporterà all’ex Bologna.