Federico Dimarco è un perno dell’Inter per il presente e per il futuro, ma l’esterno mancino potrebbe vivere una svolta nei prossimi giorni: Inzaghi dice sì
Nel gruppo forte che ha portato l’Inter alla conquista della finale di Champions League contro il Manchester City e poi alla conquista della seconda stella, c’è sicuramente Federico Dimarco. Il terzino mancino, che gioca stabilmente da esterno a cinque nel 3-5-2 non è solo un simbolo del gruppo nerazzurro, un uomo in primo piano nei festeggiamenti e nelle vittorie, ma un’arma tecnica e tattica letale.
Da titolarissimo, è riuscito a portare a casa un bottino consistente di gol e assist nelle ultime stagioni, mostrando una qualità estrema nello sviluppo del gioco, soprattutto grazie all’utilizzo di un mancino molto educato. Nel corso della sua esperienza all’Inter, Simone Inzaghi l’ha provato in tante posizioni nella catena di sinistra.
La maggior parte delle volte l’abbiamo visto come esterno di centrocampo, ma è stato impiegato anche come braccetto di sinistra e in alcuni esperimenti addirittura come interno nella mediana a tre – ovviamente solo nello sviluppo del gioco. Sul suo futuro c’è poco da dire: resterà all’Inter e continuerà a essere un uomo decisivo negli eventuali successi di squadra, ma per quanto riguarda il suo gioco si continua a lavorare con i compagni e con l’allenatore, con altre possibili sorprese.
La nuova posizione di Dimarco: l’idea di Inzaghi
Non bisogna dimenticare che la prossima stagione sarà la più lunga di sempre e dunque bisognerà dosare le forze per far sì di avere tutti a disposizione e non incorrere in troppi infortuni. È un discorso che vale anche per Dimarco, uno dei più sostituiti nella scorsa stagione, nella staffetta prestabilita con Carlos Augusto.
Per questo, Inzaghi potrebbe pensare per lui una posizione di campo un po’ diversa, ma sempre nella catena di sinistra. L’Inter cercherà di mantenere sempre il possesso del pallone e, proprio in quelle fasi di gioco, Dimarco potrebbe essere l’uomo che scavalca la linea difensiva avversaria, mantenendo un ruolo alto e con una squadra più corta.
In realtà è un principio che in alcune occasioni abbiamo visto anche nella seconda parte della scorsa stagione, dove il laterale in alcuni casi era addirittura l’uomo più avanzato. Sono continue rotazioni che potrebbero comunque permettere all’ex Verona di affacciarsi sempre di più nella metà campo avversaria, in modo da sfruttare il suo mancino negli ultimi trenta metri.