Da un argentino all’altro: il destino di Joaquin Correa potrebbe ancora essere collegato a quello di Paulo Dybala
Nei giorni scorsi, quando a tutti sembrava ormai scontato che Dybala avrebbe preparato le valigie per trasferirsi in Arabia Saudita, si era parlato anche di una nuova possibile destinazione per Correa: secondo alcune fonti, più o meno attendibili, il Tucu si sarebbe proposto alla Roma. Dopo essere stato scartato da Como, Lazio, Monza e Genoa, il trentenne originario della regione del Tucumán potrebbe davvero aver discusso tramite i propri procuratori anche con il club giallorosso.
Ma, anche in mancanza di notizie di prima mano rispetto ai possibili contenuti dell’incontro, non è difficile immaginare quale potrebbe essere stata la risposta della Roma. A parte ciò, la questione è già inattuale. Anzi, in questo preciso momento, appare comunque già preistoria.
La Roma non deve più intervenire in quella zona del campo, dato che La Jola continuerà a giocare nella Capitale. A sorpresa, giovedì 22 agosto, Dybala ha pubblicato un messaggio sui propri social per comunicare ai tifosi che non sarebbe più partito per l’Arabia. “Ci vediamo domenica, romanisti“, ha scritto l’argentino.
Subito dopo è giunta la conferma: l’affare con gli arabi era saltato. E tutta la Roma giallorossa ha gioito. Dybala avrebbe deciso di restare nella Capitale per amore nei confronti dei tifosi: ha detto no a 75 milioni di euro… Ovviamente, alla base della mancata partenza per la penisola arabica non c’è solo il sentimento di affetto provato dall’ex Juve nei confronti dei supporter romani… Bisogna anche mettere in conto il fatto che ai giallorossi non è stato prospettato un conguaglio accettabile da parte degli arabi. I sauditi offrivano tanto a Dybala di ingaggio e niente alla Roma per il prezzo del cartellino: volevano cavarsela con 5 milioni o già di lì…
Correa al posto di Dybala, l’ultima speranza nerazzurra
L’Inter, intanto, aspetta. Inzaghi, che a Correa vuole bene, ha lasciato intendere che il ragazzo non è destinato a finire fuori progetto. Qualora non fosse ceduto, entrerebbe comunque nelle rotazioni come quinto attaccante. Anche se, per questioni di spazi consentiti, non sarebbe inserito nella lista Champions.
Trovare una sistemazione a Joaquin Correa a una settimana dalla fine del calciomercato è più che un’impresa: è utopia. Finora, per il Tucu, non è arrivata nemmeno mezzo proposta ufficiale. L’ex Lazio ha disdegnato la corte dei club turchi e ha fatto capire di non voler tornare in Argentina. Resta per ora aperto il canale con l’Arabia e qualcuno vocifera di un timido interesse da parte del Venezia.
Concentriamoci sugli arabi… L’Al-Qadsiah, il club saudita che era stato vicinissimo a ingaggiare Dybala, ha ora bisogno di una seconda punta di qualità. In rosa ci sono diversi giocatori europei. In porta è arrivato Koen Casteels, trentaduenne belga preso dal Wolsburg. Al centro della difesa giocheranno il neoacquisto Gaston Alvarez, arrivato dal Getafe, e l’ex Real Madrid Nacho Fernandez, preso il luglio scorso. E in attacco?
Nelle mani di Michel
E in squadra di sono anche Alexander Hack, ex Magonza, e il centrocampista Ezequiel Fernandez, preso dal Boca Juniors. Qualche settimana fa il club saudita ha poi acquistato anche Nandez dal Cagliari. E in attacco c’è Pierre Emerick Aubameyang. E chi schierare accanto al classe ’89 ex Milan, Arsenal, Barcellona e Chelsea?
Uno come Correa, in una squadra così, non sfigurerebbe. Anzi, potrebbe fare pure la differenza. All’Al-Qadsiah potrebbe convenire. L’affare è facile da concludere, perché l’Inter vuole vendere e gli arabi potrebbero cavarsela versando un ingaggio molto più basso rispetto a quanto preventivato per accontentare la Jola. L’Inter, ora come ore, si potrebbe accontentare di poco. Quanto proposto alla Roma per Dybala andrebbe più che bene.
L’allenatore della squadra è lo spagnolo Michel, che due estati fa, quando era al Olympiacos, aveva mostrato interesse per il Tucu. Quindi è proprio al caro e stimato Michel che l’Inter deve rivolgersi (almeno con le preghiere)? Non illudiamoci. Per Correa è complicata pure l’opzione Arabia.
