In vista della prossima stagione, il top club ha messo nel mirino anche il tecnico piacentino: Inter preoccupata dalla situazione
Insieme fino al 2026. Quando a quel punto saranno stati ben cinque gli anni insieme. Questo è ciò che è scritto nero su bianco nel prolungamento dell’accordo, firmato dalle parti lo scorso 12 luglio, tra Simone Inzaghi e l’Inter.
L’allenatore piacentino, finora dimostratosi garanzia di successo con ben sei trofei – divisi equamente nei tre anni di effettiva collaborazione dal 2021 al 2024 – ha rinnovato il suo contratto, forte di un’ultima stagione in cui, oltre all’ormai piacevole abitudine della Supercoppa italiana (sempre vinta dai nerazzurri nella sue gestione), è arrivato anche lo Scudetto. Il ventesimo. Quello della stella. Quello conquistato artimeticamente proprio a casa dei cugini rossoneri nel derby ad alta tensione dello scorso 21 aprile.
Nel suo triennio alla guida della Beneamata, solo in un momento il rapporto tra l’ex allenatore della Lazio e la piazza ha avuto un piccolo momento di crisi. Febbraio 2023: con il Tricolore che aveva ormai irrimediabilmente preso la via di Napoli, l’Inter aveva iniziato a collezionare una serie di passi falsi in campionato. Il quarto posto, che pareva scontato ad inizio stagione, si era fatto improvvisamente un traguardo da conquistare sul campo a suon di vittorie. Nessun problema, missione compiuta.
Ma visto che qualcuno si era ‘azzardato’ a contestare la bontà del lavoro del tecnico, Inzaghi ha voluto ‘esagerare’ con la sua rivincita, guidando brillantemente la squadra ad una prestigiosa finale di Champions, giocata tra l’altro ad armi pari col colosso Manchester City. Nessuno si è più permesso di criticare l’allenatore, che tra l’altro a fine stagione avrebbe portato a casa i suoi due trofei d’ordinanza.
Ten Hag sempre in bilico: lo United potrebbe puntare Inzaghi
Chi ha fatto di almeno un titolo all’anno – ma mai quello grosso – il suo biglietto da visita per strappare la riconferma in due stagioni distinte alla guida del blasonato club inglese è invece Erik ten Hag, ex guru dell’Ajax. Arrivato nell’estate del 2022 sotto grandi aspettative, e avendo usufruito di una sontuosa campagna acquisti, il tecnico olandese non è ancora entrato completamente nelle grazie di dirigenza e proprietà. Colpa di due stagioni che, soprattutto in Premier, sono state più che deludenti.
Un terzo posto il primo anno, ma a distanza siderale dal Manchester City campione a fine anno, addirittura ottavo l’anno passato, il Manchester United ha fallito quasi tutti gli obiettivi prefissati ad inizio stagione.
Uniche consolazioni sono state la vittoria della Coppa di Lega nel 2023 e quella, a dir poco rocambolesca considerando ciò che è accaduto in semifinale, dell’FA Cup pochi mesi fa. Davvero poco per un club che puntava a spezzare l’egemonia dei rivali cittadini in Premier e a competere con le altre superpotenze in Champions.
Se anche quest’anno – cominciato tra l’altro non benissimo – ten Hag non dovesse riuscire quanto meno a lottare per il titolo, ecco che la candidatura di Simone Inzaghi potrebbe prendere quota. Per lui, lo United potrebbe fare ponti d’oro.