Spesa in Serie A la seconda cifra più alta sul mercato dopo quella in Premier League, ma l’Inter non fa molti affari onerosi come le altre pretendenti al titolo. Prevalgono le operazioni a parametro zero, quasi l’80%
Si è parlato spesso di bilanci in rosso ed effettivamente, nella lunga storia dell’Inter, le ultime annate vissute sotto la guida della proprietà Suning non sono state affatto rosee sotto questo aspetto. Complici alcuni accordi extra-calcistici e di sponsorizzazione fallaci, come nel caso della fallimentare Digitalbits, ma anche la mancanza di introiti diretti derivanti dal botteghino causa pandemia. Senza infine dimenticare alcune operazioni di mercato dispendiose, tutte terminate in minusvalenza.
Insomma, gli intoppi sono stati molteplici e la salute delle finanze del colosso cinese, d’altra parte, non hanno permesso l’estinzione dei debiti pregressi. Da un paio di anni, tuttavia, la direzione strategica del club ha intrapreso nuovi percorsi. Andando a toccare una caratteristica ormai comune a moltissime squadre: quella della sottoscrizione di contratti a costo zero, proprio per limitare l’impatto sulle casse societarie.
In buona parte ha funzionato e per questo ancora oggi è oggetto di studio ed applicazione da parte della dirigenza, capitanata dal presidente Giuseppe Marotta e dal direttore sportivo Piero Ausilio. Ne è la dimostrazione quanto fatto nel corso dell’estate: su quattro colpi di rifinitura, due sono stati conclusi gratis. Trattasi di Piotr Zielinski e Mehdi Taremi. Ed in ogni caso, per gli altri due che hanno portato in squadra Josep Martinez e Tomas Palacios, l’Inter si è contenuta moltissimo. Si ipotizza che ci continuerà a lavorare in questo modo anche in futuro per salvaguardare le finanze, senza tuttavia incappare in un decremento qualitativo d’organico.
Serie A spendacciona in Europa, seconda dopo la Premier: 750 milioni ma l’Inter è molto attenta
Dello stesso avviso però non sono state molte altre squadre di Serie A, in questa specifica sessione estiva di mercato. Perché a conti fatti, nel complesso, sono stati spesi quasi 750 milioni di euro.
Stando alle informazioni dell’ultimo report diramato dall’UEFA, infatti, il campionato di Serie A è stato il secondo a livello internazionale per spese effettuate, soltanto dopo la Premier League dei grandi magnati (1,69 miliardi totali, ndr). Lo dimostrano quanto fatto da Napoli e Juventus, ad esempio. Una nota certamente stonata rispetto al solito, sebbene il numero di operazioni concluse (336) resti in linea con quello dello scorso anno (304). L’Inter in questo calderone, per sua fortuna o sfortuna a seconda dei punti di vista, resta molto indietro. Proprio per il fatto che le preferenze di mercato hanno condotto ancora una volta il club di Viale della Liberazione al risparmio. Vero è che la squadra era già in piena salute e quindi nessuna mossa ulteriore era ritenuta necessaria. Questo certamente è un bene.