Archiviata, con non pochi ‘botti’ finale, la sessione estiva di mercato, è tempo di tirare un bilancio: la Juve cede lo scettro all’Inter
Michele Di Gregorio, Douglas Luiz, Khephren Thuram, Juan Cabal e Pierre Kalulu. E ancora, nelle battute finali di un mercato a dir poco scoppiettante, Nico Gonzalez, Francisco Conceiçao e Teun Koopmeiners. Cristiano Giuntoli, il Football Director del club bianconero, non ha certo badato a spese peer avviare una rivoluzione già certificata dalla clamorosa separazione con Max Allegri, avvenuta a due giornate dal termine della scorsa stagione e poche ore dopo l’unico trofeo vinto dal tecnico toscano nel suo triennale viaggio di ritorno a Torino.
Almeno parzialmente risolti, grazie alla conquista di un posto in Champions League ma soprattutto per merito della ricapitalizzazione da 200 milioni approvata nel novembre del 2023, quei problemi di bilancio che avevano impedito, nell’estate del 2023, di fare un mercato all’altezza della situazione, la Juve si è ripresa tutto con gli interessi. Lasciando carta bianca al dirigente strappato al Napoli dopo un tira e molla col vulcanico De Laurentiis durato settimane e settimane.
Finalmente quello che per molti è stato il vero artefice del successo in campionato dei partenopei nell’anno di grazia 2023 ha potuto operare a modo suo: svecchiando la rosa e tagliando alcuni degli ingaggi più onerosi per le casse del club.
Archiviata dunque la sessione estiva di scambi, il quotidiano La Stampa ha tracciato un bilancio delle operazioni bianconere. Tecnicamente la Juve è stata, a detta di tutti, la regina del mercato. Ma cosa ha comportato spendere 205 milioni di euro complessivi per i nuovi acquisti? Il giornale ha analizzato nel dettaglio la situazione: ne è emerso un quadro sorprendente.
La Juve cede il primato all’Inter: i frutti della politica bianconera
Come detto, il fatto di non dover più pagare stipendi pluriennali a due cifre – considerando i costi lordi per il club – ha ammortizzato non poco le spese in uscita. Gli ingaggi di Szczesny, Rabiot, Alex Sandro, Pogba e anche di Federico Chiesa non rappresentano più un ‘problema’ finanziario per il cassiere della Continassa. Certo, parliamo di senatori che in alcuni casi – vedi quello del ‘Duca’ – avrebbero ancora potuto dare tanto alla causa, ma Giuntoli – sulla scia di quanto fatto all’ombra del Vesuvio – non ha guardato in faccia a nessuno.
Il monte ingaggi è passato dai precedenti 120 milioni di euro a 106, con il sodalizio piemontese che ha ceduto lo scettro di club con le più elevate uscite in termini di stipendi all’Inter, che ora guida in solitario con ben 140 milioni di ingaggi da pagare.
L’abilità di Giuntoli poi è stata anche quella di incassare ben 80 milioni dalle varie partenze dei prodotti Next Gen: operazioni che hanno portato a delle plusvalenze nette, considerando che i vari Iling-Junior, Barrenechea, Soulé e compagnia andante erano risorse interne al club.
Per finire, il dirigente toscano può vantarsi di avere in rosa solo quattro giocatori (Pinsoglio, Danilo, Milik e Perin) nati prima del 1997. Una Juve giovane, insomma, ma non per questo meno agguerrita nel contendere all’Inter il titolo di Campione d’Italia.