L’ex portiere nerazzurro si è confessato ai microfoni di ‘Repubblica’: spunta un retroscena sconosciuto ai più
Spesso, ad anni di distanza, i giocatori – magari ex – sono soliti svelare dei retroscena che ovviamente non avrebbero potuto essere resi pubblici nel qui-ed-ora dell’epoca. Dalle trattative sfumate sul mercato ad episodi propiziatori di una grande impresa, l’aneddotica è davvero ampia.
Nella memoria dei tifosi nerazzurri il punto di svolta della stagione 2009/10, quella del Triplete, è stata certamente la resistenza mostrata in quel di Barcellona al cospetto dello squadrone di Guardiola. Messi, Xavi, Iniesta, Busquets, Ibrahimovic, erano solo alcuni degli straordinari interpreti di una compagine che l’anno prima aveva già alzato la coppa dalle grandi orecchie in quel di Roma, nella splendida cornice dello Stadio Olimpico.
Pur restando in dieci poco oltre la metà del primo tempo per l’assurda espulsione di Thiago Motta, la Benemata resistette agli assalti dei catalani, portando a casa una meritata qualificazione che avrebbe significato finale al Bernabeu.
Uno dei componenti di quella rosa, già da anni veterano del club, ha raccontato al quotidiano ‘Repubblica‘ un episodio che, per quanto non esattamente desiderato e desiderabile dal condottiero Mourinho, fu apprezzato dallo stesso tecnico portoghese.
Toldo a cuore aperto: cosa successe alla vigilia della sfida del Camp Nou
La stagione del Triplete fu l’ultima da professionista nella carriera di Francesco Toldo. Uno che, tra l’altro, si tolse anche la soddisfazione di segnare un gol in pieno recupero in un infuocato Inter-Juve di qualche anno prima. Uno che diventò il protagonista assoluto della storica semifinale Olanda-Italia ad Euro 2000.
Portiere di riserva nella stellare Inter dell’annata passata alla storia come la migliore in assoluto dell’epopea nerazzurra, il nativo di Padova ha tenuto in serbo un episodio che, raccontato oggi, lascia ben intendere come contasse solo la missione finale di vincere tutto quello che c’era da vincere nel 2010.
“José Mourinho era una persona meravigliosa, un grande studioso. Trattava meglio i deboli che i forti e non temeva i conflitti. Anzi. La sera prima della semifinale Champions a Barcellona io e Sulley Muntari ci mettemmo le mani addosso per una battuta a tavola. I compagni ci divisero. Mourinho si buttò in mezzo, poi disse: così mi piacete, andiamo in finale“, fu il commento dello Special One.
Dalle parole dell’ex veterano nerazzurro emerge quel senso del gruppo, dell’obiettivo comune, del ‘remare tutti dalla stessa parte’ pur con gli inevitabili screzi personali, che è forse il segreto di Pulcinella del grande successo di quella fantastica squadra.