Il quasi 32enne spagnolo, passato in estate all’Al Duhail, è il sogno proibito di Simone Inzaghi: il tecnico ci prova
Il genio nei piedi. E nella testa. Una tecnica sopraffina, unita alla capacità di vedere prima situazioni che i comuni mortali non vedono, di cui ha dato ampia dimostrazione in 8 lunghi anni alla Lazio. Capace spesso e volentieri di far male anche all’Inter con gol ed assist mirabili, Luis Alberto è stato uno dei talenti più sopraffini ad aver calcato i campi di A negli ultimi anni.
Andato via dalla Lazio sbattendo la porta dopo insanabili conflitti col vulcanico patron Claudio Lotito, l’iberico si è accasato in Qatar, all’Al Duhail, dove intanto ha dato un saggio delle sue incredibili qualità: cinque gare nella Stars League, sette assist. Un biglietto da visita che la dice lunga sulle infinite capacità dello spagnolo di mettere i compagni nelle migliori condizioni di battere a rete.
Dal punto di vista statistico e non solo, l’ex Liverpool ha reso al meglio in Italia proprio sotto la guida di Simone Inzaghi, che lo ha allenato con grande profitto dal 2016 al 2021. Considerando le recenti difficoltà del centrocampo dell’Inter sia a produrre occasioni da gol, che a creare chiare occasioni da gol per gli attaccanti, il tecnico piacentino sta accarezzando un difficile sogno di mercato.
Inzaghi ‘chiama’ Luis Alberto: le difficoltà dell’affare
In una recente intervista rilasciata al ‘Corriere dello Sport’, il campione spagnolo ha parlato come sempre senza troppi peli sulla lingua del suo sofferto addio ai colori biancocelesti. A margine di critiche nemmeno troppo velate sulle colpe della società sia relativamente alle modalità del suo addio che a quelle di altri veterani come Radu, Cataldi e Lulic, Luis Alberto ha usato parole al miele per descrivere la figura del suo mentore in 5 anni di esperienza comune alla Lazio.
“Per noi Inzaghi non era soltanto un allenatore, era come un padre calcistico. Con lui anche chi non giocava era contento. Fa la differenza sotto l’aspetto umano. Vi racconto questa. Inzaghi era alla Lazio da 21 anni. Quando non vincevamo una partita, la mattina successiva era distrutto. Lo vedevi, il calciatore ne rimaneva colpito. Dentro di te, dicevi: ‘La prossima partita dobbiamo vincere per lui’. Ti dava tutto e con lu facevamo ciò che volevamo perché lui era bravo a capirci come uomini, prima che come calciatori”, ha detto l’iberico.
Inutile quindi dire quanto Inzaghi vorrebbe con sé il trequartista a Milano. Le difficoltà di un possibile trasferimento a gennaio dell’ex Lazio consistono però nei ‘soliti’ paletti che Oaktree potrebbe mettere per un investimento su un calciatore che il prossimo 28 settembre spegnerà 32 candeline. E che oltretutto guadagna quel che guadagna nell’ultimo ricco contratto col club qatariota.