Un accordo è ancora possibile: Inter e Milan, dopo il derby vinto dai rossoneri di Fonseca, cercano l’intesa
Finora tutto sembra essere andato storto. E all’orizzonte non sembrano profilarsi avvisaglie di segnali incoraggianti. A pagarne il prezzo più caro, per ora, è stata la città di Milano. La metropoli che si è sempre voluta presentare in Italia e in Europa come luogo di efficienza, spirito di iniziativa e capacità di adattamento alle sfide della contemporaneità, oggi sembra più impaludata che mai in questioni irrisolte di natura burocratica e politica, scontri di potere e immobilismo. Da più di sei anni, si continua a polemizzare sul futuro dello stadio Meazza.
Inizialmente si diceva che dovesse essere abbattuto e ricostruito. Qualcuno ha poi suggerito che andasse abbandonato a sé stesso. Da lì, l’idea di trasformarlo in una specie di museo. Poi, i progetti di esilio: una squadra a Milano Sud, l’altra in periferia. Quindi è arrivata l’idea di continuare a giocare a San Siro, con gli operai sugli spalti a ristrutturare l’impianto mentre i calciatori sudano in campo…
La vicenda imbarazzante per la città meneghina e per le due società calcistiche che la abitano riguarda dunque San Siro. Per troppi anni si è parlato a vuoto. Quest’anno, la città ha già perso la possibilità di ospitare la finale di Champions nel 2027 e, secondo alcuni analisti, anche l’organizzazione delle Olimpiadi è a forte rischio.
Accordo tra Inter e Milan sullo stadio
Più passa il tempo e più aumentano i dubbi sul tema, nonostante le dichiarazioni ottimistiche del sindaco Sala, che ogni tre mesi prova a farsi coraggio e a tirar fuori un nuovo annuncio di rinascita del progetto. La fitta e fosca nube di precarietà che contamina il futuro di San Siro ha già costretto la UEFA a cancellare la finale Champions 2027. E del doman non vi è certezza… Inter e Milan su una cosa almeno sono d’accordo: non ha senso continuare a giocare in uno stadio non ristrutturato. E sembra esserci intesa anche sul no al progetto di WeBuild.
La strada sembra dunque tracciata: presto o tardi, i due club diranno addio al vecchio stadio. Poi bisognerà capire che fare. I progetti di San Donato (per i rossoneri) e di Rozzano (per i nerazzurri) sembrano a oggi congelati. Ma è rispuntata l’ipotesi di costruire un nuovo impianto accanto a quello attuale. Se così fosse, i tempi si dilaterebbero parecchio. Bisognerebbe dar forma a un nuovo progetto e poi far ripartire tutta l’infinita trafila burocratica, con il rischio di ostacoli da parte del Comune, dei residenti e degli ambientalisti.
Intanto è tornato a parlare della questione anche il presidente del Senato Ignazio La Russa: per il politico, c’era un accordo concreto tra Inter e Milan, saltato a causa del Comune. In aperta opposizione con il sindaco Sala, il presidente La Russa ha dichiarato nei giorni scorsi che la rinuncia alla finale di Champions nel 2027 è una chiara responsabilità di una giunta comunale definita come “inadeguata”. Il presidente ha usato la parola “figuraccia” e ha espresso fuori dai denti il proprio disappunto rispetto alla situazione attuale. Al che, Sala ha prontamente risposto facendo notare che per un presidente del Senato sarebbe meglio evitare certe uscite, diciamo da tifoso.
La Russa contro Sala: è dissing in stile Fedez vs Tony Effe
Poi è arrivata pure l’intervista della seconda carica dello Stato al Corriere della Sera, dove La Russa ha contrattaccato con la stessa verve retorica di un Fedez che rappa il suo sdegno contro Tony Effe. “Trovo strano che Sala non si sia accorto che per un atto di pura cortesia istituzionale non ho mai nominato il sindaco, ma sempre la giunta, dando quindi la colpa non a lui ma all’eterogeneità di chi lo appoggia e che gli rende impossibile prendere decisioni”, ha dichiarato il presidente del Senato. “È un complimento implicito non dovuto. Se fosse attento, avrebbe dovuto ringraziarmi...”.
Dopodiché il presidente del Senato ha voluto difendere la sua idea di due stadi. Nei giorni scorsi Sala aveva infatti ricordato come lo sforzo di mediazione (e progettazione) da parte di La Russa non abbia finora mai trovato riscontro dai parte dei due club… Secondo La Russa, invece, si era riuscito a trovare un accordo fra i Inter e Milan.
“Al Comune sarebbe bastato chiarire subito a Milan e Inter che San Siro non andava abbattuto in nessun caso“, ha spiegato La Russa. “Se il Comune avesse detto fin dall’inizio che San Siro non si abbatteva, il progetto due stadi sarebbe andato avanti e le squadre avrebbero accettato. Invece, il Comune, stretto da una giunta divisa tra chi voleva la demolizione e chi no, ha trascinato tutto all’inverosimile con il risultato che si è tornati al punto di partenza, cioè al 2019. Che colpa ne ho io? Se il Comune avesse scelto di decidere e non di menare il can per l’aia, ora avremmo un nuovo stadio vicino al Meazza”.