Martedì primo ottobre torna la Champions: l’Inter di Inzaghi deve affrontare la Stella Rossa di Krunic, Olayinka e Ndianye
Dopo il pareggio nel debutto in Champions League sul campo del Manchester City, l’Inter ospiterà la Stella Rossa per la seconda giornata della nuova competizione europea allargata. I serbi, che hanno perso nel primo turno contro il Benfica (senza sfigurare), sembrano in forma: in patria stanno come al solito dominando il campionato e si sono già tolti la soddisfazione di sconfiggere con un sonoro 4-0 i rivali del Partizan.
In quella sfida, la partita che in Serbia chiamano “derby eterno”, a brillare è stato soprattutto il senegalese Ndiaye, autore di una tripletta. L’altro goal lo ha firmato Silas. Certo, la Stella Rossa, o Crvena Zvezda che dir si voglia, non è un top-club a livello europeo. Oggi, seppur ben messa in campo e abituata a vincere, la formazione serba è solo una lontana parente della gloriosa squadra che faceva paura in Europa fino a trent’anni fa.
Il cinquantaquattrenne Vladan Milojevic mette in campo un 4-3-3 variabile in 4-2-3-1 più equilibrato di quel che si potrebbe immaginare. La squadra si sbilancia poco in attacco e cerca di difendere con almeno sei uomini (i quattro del reparto avanzato più i due mediani). Pur cercando sempre di mantenere il possesso palla e il controllo del gioco, i serbi sanno adattarsi a registri differenti e giocare spesso in contropiede o di pura attesa.
Stella Rossa: un avversario da temere?
Milojevic, cresciuto nella Stella Rossa prima come giocatore e poi come coach, punta molto sull’identità e sull’orgoglio. Si definisce un soldato pronto a morire per i colori del club e ha già mostrato di essere un tecnico coraggioso. Ha per esempio fatto esordire il diciassettenne Maksimovic, che in Serbia chiamano il piccolo Messi, e l’altro classe 2006 Lazar Jovanovic.
Con la squadra serba il doppio precedente dell’Inter risale al marzo 1981. Erano i quarti di finale della Coppa dei Campioni e finì 1-1 a San Siro, con goal di Caso e Repcic, mentre a Belgrado vinsero i serbi con la rete di Muraro.
I serbi hanno già eliminato il Bodø/Glimt nei playoff e hanno invece perso 2-1 contro il Benfica in casa alla partita d’esordio. La proprietà ha rinforzato la rosa proprio per aggiungere esperienza internazionale e non fare brutte figure in Europa. Dal Torino e dal Fenerbahce sono arrivati Radonjic e Krunic.
L’ex Milan è già un protagonista alla Stella Rossa, ma i giocatori a cui fare più attenzione sono il ventottenne Cherif Pape Ndiaye, ex Shanghai Haigang e Adana Demirspor, che quest’anno sta segnando a raffica, e l’esperto centrale di difesa Dragovic (volto storico della nazionale austriaca), molto forte fisicamente, noto per il gioco aggressivo e la pericolosità di testa.
Occhio al baby Andrija Maksimovic
Sta giocando bene anche Silas Katompa Mvumpa, arrivato in prestito dallo Stoccarda: un attaccante bravo nel dribbling e veloce: può fare l’ala offensiva e la seconda punta. Nella Stella Rossa gioca sia largo a destra che a sinistra. Spesso galleggia in posizione della trequarti, allargandosi per crossare. In rosa c’è anche Peter Olayinka, uno già conosciuto ai tifosi nerazzurri: nel settembre 2019, quando indossava la maglia dello Slavia Praga, segnò in Champions League proprio contro l’Inter. Il nigeriano agisce preferibilmente sulla sinistra: pure lui sa dribblare e crossare.
Qualora il mister serbo dovesse optare per il tridente, in campo dovrebbero scendere proprio Ndiaye affiancato da Silas e Olayinka. In caso di squadra con un’unica punta, Ndiaye giocherebbe più avanzato, con tre uomini alle sue spalle: Silas e Olayinka più larghi e probabilmente il già citato Maksimovic centrale. Il diciassettenne potrebbe stupire: riesce a puntare e superare avversari esperti e tenaci e a trovare senza sudare la soluzione da fuori area.
L’altro giocatore che si sta esprimendo bene è il brasiliano Bruno Duarte, la riserva di Ndiaye. Il senegalese è a quota 9 goal in campionato, il brasiliano è a 5, pur avendo giocato un terzo del tempo rispetto al compagno.