L’inchiesta ultras riguarda da vicino anche Simone Inzaghi, visti i rapporti con il tifo organizzato: occhio anche alla posizione di Oaktree
L’Inter deve fare i conti con l’indagine in corso relativa il mondo ultras, che potrebbe essere decisiva per il presente e il futuro del club, sotto il punto di vista degli interessi economici e dell’apporto dei tifosi, ma anche per i singoli protagonisti implicati nella vicenda.
Le misure cautelari, gli arresti e il polverone che ha trovato compimento nella mattinata di ieri potrebbe anche avere conseguenze giudiziarie, che andranno comunque valutate nelle prossime settimane, anche se Inter e Milan sono già state definite come parte lesa, per via della sudditanza che vigeva nei rapporti tra le parti.
Insomma, bisogna ancora capire quali decisione prenderà la Procura federale e come si chiuderà il caso, ma intanto non si possono ignorare anche i pensieri di Oaktree di fronte a certe intercettazioni e ciò che potrebbero causare nelle scelte programmatiche della proprietà anche nel prossimo futuro.
Proprio di questo si è occupato Stefano Olivari, penna del ‘Guerin Sportivo’, che ha analizzato cosa avrà potuto pensare la proprietà americana, non proprio abituata a questo tipo di dinamiche, su tutta la vicenda.
“Per una proprietà statunitense non è nemmeno concepibile che i dirigenti, gli allenatori e i giocatori di un club abbiano rapporti con gli ultras, anche soltanto per il quieto vivere (biglietti, trasferte, contatti, considerazione), cosa che invece è nel DNA di una proprietà o di una dirigenza italiana”, ha scritto Olivari.
E ha aggiunto: “Non perché gli americani siano onesti e noi no, ma perché per chi vuole fare business l’immagine conta più dei risultati sul campo. Per questo non occorre aspettare condanne che magari nemmeno ci saranno, perché gli effetti extragiudiziari sui singoli ci saranno a prescindere“. E non si può proprio dire che il ritorno di immagine sia positivo.
D’altronde, non si può neppure pensare che la panchina di Inzaghi sia a rischio dopo ciò che è riuscito a fare all’Inter, portando la seconda stella e una finale di Champions League. La faranno da padrone i progetti di campo, ma una piccola postilla a sfavore ora c’è.
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