Ulteriore risvolto sula vicenda che ha coinvolto i rappresentanti della tifoseria organizzata nerazzurra, ha parlato l’ex leader Beretta: “Mai fatte pressioni o minacce”
Piove sul bagnato in casa Inter. Dopo la misura di arresto disposta a diciannove persone coinvolte in un presunto gioco illecito di estorsione di stampo mafioso, la morsa della Procura Federale ha coinvolto anche Inter e Milan nel tentativo di capirci di più.
E cosa più importante, scongiurare un coinvolgimento diretto da parte delle due società in una serie di operazioni che avrebbero portato nelle casse delle tifoserie organizzate anche tanto denaro. Nelle ultime ore non hanno proferito parola i vertici e rappresentanti del sodalizio nerazzurro di Viale della Liberazione, compreso anche il tecnico Simone Inzaghi alla vigilia della sfida di questa sera contro lo Stella Rossa in Champions League.
Il tutto per lasciare che della situazione se ne occupino i legali, in collaborazione con gli organi incaricati alle indagini. Eppure, per certi versi, è come se l’Inter fosse a conoscenza delle tante pressioni esercitate dai membri attivi della Curva Nord, soprattutto in relazione a quel fatidico episodio della finale di Istanbul di due anni fa.
Parla l’ex leader della Curva Nord, Beretta: “Rapporto trasparente con la società”
Il numero di biglietti messi a disposizione per la tifoseria nerazzurra era infatti limitato e non aveva soddisfatto le richieste degli ultras i quali, a mezzo di continui solleciti, si erano persino appellati a membri storici come Marco Materazzi, Javier Zanetti e chiesto una mano persino allo stesso Inzaghi.
“Ce ne erano stati proposti meno della metà”, ha raccontato l’ex leader Andrea Beretta, uno degli uomini arrestati, nel corso di un colloquio in carcere con il proprio rappresentante legale. “A quel punto abbiamo risposto che alla partita non ci sarebbe andato nessuno. Poi la società, in accordo con la Questura, ce ne ha procurati altri 1500”, ha quindi aggiunto. Lasciando da parte il discorso delle minacce, mai pervenute a ridosso della società. “Con loro c’è sempre stato un rapporto trasparente, tutte le questioni sono state sempre risolte coi responsabili della sicurezza. Quando c’era bisogno di chiedere più biglietti lo facevamo, quando bisognava organizzare le trasferte ci rivolgevamo a loro”, ha quindi concluso Beretta scagionando l’Inter da un qualsiasi tipo di coinvolgimento diretto nella delicata vicenda di cronaca giudiziaria.