Novità rilevanti nell’indagine che sta azzerando i vertici del tifo organizzato dei due club meneghini: l’annuncio sull’Inter è netto
Come già auspicato dalla Procura milanese nei giorni scorsi, è ufficialmente iniziata la collaborazione di Inter e Milan con l’autorità giudiziaria per il noto caso legato all’inchiesta sul mondo degli ultrà.
Il punto di partenza, per lo meno quello che ha destato più scalpore nell’opinione pubblica, è quello sul quale si stanno attualmente concentrando gli sforzi dei magistrati: il racket sui biglietti, con particolare focus su quelli destinati alla vincente dell’Euroderby di Champions del 2023.
Dalle intercettazioni e dai primi interrogatori è addirittura emerso una sorta di patto tra i rispettivi capi ultrà per avviare un lucroso guadagno sui tagliandi della finale di Istanbul a cui comunque una delle due milanesi, affrontatesi sul campo in semifinale, avrebbe partecipato.
Il verdetto della doppia sfida arrise chiaramente ai colori nerazzurri, con l’ormai celebre telefonata di Marco Ferdico, leader della Curva Nord interista, al tecnico Simone Inzaghi per fare pressioni in vista di un numero maggiore di biglietti.
Tuttavia, nonostante siano emersi altri contatti tra esponenti del tifo organizzato – sul quale pendono capi d’imputazione pesanti anche sulla questione parcheggi, nonché sulle attività di catering fuori e dentro il ‘Meazza’ – e giocatori (uno su tutti Milan Skriniar), né la società Inter, né il MIlan, nè alcun esponente dei due club risulta nel registro degli indagati.
Vien da sé che, fermo restando la collaborazione richiesta, a cui subito i vertici societari hanno risposto affermativamente, non dovrebbe esserci alcuna penalizzazione a carico dei due club. Ne è convinta anche ‘La Gazzetta dello Sport‘, che ha approfondito la questione in termini strettamente giuridici. E di precedenti nel mondo delle società di Serie A.
Inter penalizzata? I precedenti parlano chiaro
Nonostante le fresche indiscrezioni di ‘Tuttosport‘ abbiano parlato, restando al discorso riguardante l’Inter, di agevolazioni che avrebbero consentito ai ‘gruppi Ultras di infiltrarsi nelle maglie della struttura societaria’, la società non rischierebbe alcuna conseguenza in termini di sentenze da scontare sul campo. Ovvero sulla classifica di questa stagione.
Al comma 1 dell’articolo 25 del Codice di Giustizia Sportiva sulla prevenzione degli accadimenti di natura violenta si legge: “Alla società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi organizzati e non organizzati di propri sostenitori, salvo quanto previsto dalla legislazione statale vigente“. Per questa violazione – sottolinea la’ rosea’ – si applica la sanzione dell’ammenda che per le società di Serie A va da 10mila a 50mila euro.
Ma non è tutto. Sulla scorta del precedente, datato 2017, riguardante la Juventus – e conclusosi con una multa di 100mila euro all’allora presidente Andrea Agnelli, una di 600mila euro al club e un turno della curva sud bianconera chiusa, la legislazione sarebbe ancora più chiara.
“È fatto divieto avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società. Dette convenzioni, stipulate secondo le condizioni previste dall’art. 8 del D.L. n. 8/2007 convertito in legge con la L. n. 41/2007, devono essere validate dalla Federazione“, si legge nel Comma 10 . “In ogni caso tali rapporti devono essere autorizzati dal delegato della società ai rapporti con la tifoseria. In caso di violazione delle disposizioni di cui al presente comma, si applicano le sanzioni di cui al comma 9“, conclude il resoconto giuridico del quotidiano.