Ad oltre dieci anni di distanza, spunta un clamoroso retroscena raccontato dall’ex attaccante nerazzurro: c’è chi non gradirà
Quando un personaggio che già da calciatore aveva fatto parlare di sé non solo per le gesta in campo, ma anche per alcuni comportamenti un po’ da ‘ribelle’, si cimenta a raccontare episodi ed aneddoti legati alla sua carriera sui campi di calcio, le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
Accadimenti ovviamente tenuti segreti, com’è giusto che fosse, nel bel mezzo di un ritiro, o nel bel mezzo delle urgenze di una stagione come al solito stressante, possono essere sciorinati con relativa libertà una volta che siano stati appesi gli scarpini al chiodo. Nella fattispecie della situazione che andiamo a riportare poi, il protagonista della scottante intervista ha già dimostrato di non avere alcun problema anche a fare ‘coming out’ sui suoi problemi personali.
Salito alla ribalta delle cronache qualche tempo fa per quello che è stato definito senza mezzi termini una richiesta d’aiuto a causa di una depressione molto onestamente mai nascosta, Pablo Daniel Osvaldo si è concesso ai microfoni di ‘Tyc Sports’ raccontando un clamoroso episodio legato al periodo della sua permanenza lampo – appena 6 mesi – alla Juventus.
Osvaldo, rivelazione shock: “Si fumava in aeroporto”
Visto anche in maglia Inter – una parentesi breve, durata 6 mesi, ma abbastanza proficua dal punto di vista realizzativo con 5 gol in 12 presenze di campionato – l’attaccante argentino è stato croce e delizia per molti club che si sono avvalsi delle sue prestazioni. E del suo innegabile fiuto del gol, mostrato anche con la maglia della nazionale azzurra dopo la naturalizzazione.
Alcuni comportamenti non esattamente professionali – nel periodo d’oro culminato con la titolarità nell’Italia era stato spesso accomunato ad un certo Mario Balotelli come mina vagante del gruppo – gli avevano anche causato il non invidiabile appellativo di ‘Bad boy‘. Una fama che, per usare un eufemismo, non verrà certo smentita dalle recentissime dichiarazioni rilasciate al già citato network sudamericano.
“Quando ero alla Juventus avevamo la nostra sala fumatori. Anche quando andavamo in trasferta con la squadra, mentre andavamo, fuori dall’aeroporto fumavamo. Chi non sa queste cose è perché non ha mai giocato in Italia“, ha detto senza troppi peli sulla lingua l’ex attaccante, che nella sua avventura a Torino era alle dipendenze di un certo Antonio Conte. Non esattamente un tecnico tollerante verso comportamenti poco professionali.