Il tecnico piacentino, giunto al suo quarto anno alla guida del club nerazzurro, potrebbe lasciar spazio ad una vecchia conoscenza del calcio italiano
Arrivato raccogliendo la pesante eredità lasciata da Antonio Conte, fresco Campione d’Italia alla guida della Beneamata, Simone Inzaghi ha saputo conquistarsi in relativamente poco tempo la fiducia dell’ambiente. Quella della società, anche dopo il beffardo epilogo della stagione 2021/22 – la sua prima in nerazzurro, segnata dal suicidio sportivo di Bologna – non è mai mancata.
Del resto colui che aveva già impressionato alla Lazio per un gioco offensivo spumeggiante e redditizio anche sotto il lato della solidità difensiva, era pronto da tempo al grande salto in una grandissima del calcio italiano, con tutto il rispetto del club capitolino.
Viaggiando alla media esatta di due trofei l’anno – doblete Coppa Italia-Supercoppa nei primi due anni, mentre nella passata stagione è arrivato lo scudetto della stella con la ‘solita’ Supercoppa a condire il tutto – il tecnico è già sicuro, improbabili esoneri a parte, di sedersi sulla panchina dell’Inter almeno fino al 2026.
Tanto dura infatti il suo accordo coi vertici nerazzurri: un contratto da 6,5 milioni di euro netti l’anno, più ricchi bonus in base ai risultati raggiunti. C’è chi già sostiene che, se l’Inter dovesse fare il bis Scudetto e/o conquistare addirittura la Champions League, il club coprirebbe d’oro il tecnico allungando il contratto per diverse stagioni.
Una sorta di Alex Ferguson all’italiana: ecco cosa diventerebbe Inzaghi. Oppure, restando alla longevità di uno stesso tecnico nel presente, una specie di Diego Simeone all’ombra del Duomo. Già, Simeone. Proprio il Cholo potrebbe essere un avversario da temere nell’ipotetico disegno del fratello di Pippo di restare ‘a vita’ alla Pinetina.
Arrivato a stagione in corso nell’ormai lontano 2011, il tecnico argentino è diventato – già lo era per le sue prodezze da calciatore con la maglia dei Colchoneros – una vera istituzione dalle parti dell’allora Vicente Calderon. Due scudetti, una Copa del Rey, una Supercoppa spagnola, due Europa League e altre due Supercoppe europee, oltre a due finali dolorosamente perse contro i rivali cittadini del Real Madrid costituiscono l’invidiabile palmarès del Cholo, dal cui soprannome è nata perfino una denominazione su un certo modo di fare calcio. Il famoso ‘Cholismo‘.
Con la tredicesima stagione da tecnico dell’Atletico iniziata da qualche mese, a Madrid si interrogano se non sia arrivato finalmente il momento di cambiare. L’ex giocatore dell’Inter, rimasto nel cuore dei tifosi nerazzurri per la garra messa in campo in ogni match, con un affetto assolutamente ricambiato dall’allenatore, riflette sul suo futuro.
Secondo quanto riportato dal portale iberico ‘Okdiario.com‘, la sua avventura a Madrid potrebbe essere ai titoli di coda. Tra le destinazioni preferite dall’allenatore sudamericano, l’Inter sarebbe in cima ai suoi pensieri. Ai suoi desideri. Al cuore, del resto, non si comanda.
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