Lo Special One, protagonista di una nuova polemica con l’UEFA dopo il match di Europa League, si sarebbe detto disponibile a tornare: annuncio clamoroso
Non si smentisce mai. Polemico, provocatorio, esplicito nelle sue proteste e nelle sue rimostranze, José Mourinho non ha cambiato di una virgola il suo modo d’essere col passare degli anni. L’ultima frontiera dello scontro lanciata dallo Special One si colloca nel tempo subito dopo il match di Europa League tra il suo Fenerbahce e il Manchester United, ancora allenato da Erik ten Hag, che di lì a pochi giorni sarebbe stato esonerato dalla dirigenza dei Red Devils.
“Quando lascerò questo club, andrò in una squadra che non farà competizioni UEFA“, ha tuonato il tecnico portoghese in aperta polemica con gli arbitri che incontra sul suo cammino nelle gare delle varie coppe europee. Ovvio e sottinteso il riferimento ad una ferita sempre aperta, quella dell’arbitro inglese Taylor, protagonista in negativo della finale di Europa League persa dalla sua Roma nel 2023 al cospetto del Siviglia.
Intercettato – nemmeno troppo casualmente dopo l’allontanamento di ten Hag dalla panchina dello United – da Sky Sport UK, l’allenatore lusitano ha parlato del suo percorso in Turchia, allargando poi il discorso alle prospettive future. È stato in questo momento che l’istrionico tecnico ha lanciato l’ennesimo spunto utile agli amanti del calciomercato e delle affascinanti piste che si aprono periodicamente.
“Sono ad un punto della mia carriera in cui vorrei essere sempre felice ma in questo momento, giocando nelle competizioni europee, mi arrabbio continuamente. Ritorno in Inghilterra? Londra è casa mia, quindi un giorno ci tornerò, a meno che nessuno mi voglia… Ma un giorno vorrei tornarci. Non fraintendetemi: per i prossimi due anni, questa stagione e la prossima, nessuno mi porterà via dal Fenerbahce. Istanbul è fantastica, vivo in Europa e ogni giorno vado in Asia per allenarmi. Poi torno in Europa per dormire. Resto molto al campo d’allenamento: non posso perdere quella voglia e quella fame, perché se la perdi è meglio fermarsi”, ha esordito il portoghese.
“Non credo che andrò mai in una squadra che lotta per non retrocedere. Onestamente penso che sia più difficile rispetto a giocare per i titoli. Deve essere molto difficile emotivamente, perché è qualcosa che cambia la vita. Una nazionale? Oggi no, ho ancora troppa energia per giocare una partita al mese. Ma in futuro un Mondiale, un Europeo… Perché no?“, ha concluso Mourinho lasciando più di una porta aperta ad un nuovo ruolo da CT in un futuro più o meno vicino.
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