Oaktree è pronta a innescare la rivoluzione: si parla di stadio, ma non solo. Cambiano anche gli uomini al vertice
Chi ha letto l’ultimo bilancio nerazzurro ha festeggiato per gli importanti traguardi economici. Merito di Oaktree? Sì e no… Negli anni passati, quindi sotto la presidenza di Zhang, sono state inaugurate nuove politiche di risanamento dei conti, e questi sono i frutti di quelle scelte. Ma già allora Oaktree non era un corpo estraneo o un fantasma che incombeva sulla proprietà cinese come una minaccia.
Gli uomini del fondo californiano, come ha spiegato di recente Marotta, sono membri della squadra dirigenziale da quasi tre anni. Conoscono dunque bene le difficoltà e le potenzialità della società e di certo sono stati fra gli artefici dei progressi economici.
Dal bilancio si evince poi che Oaktree ha fatto un versamento in conto capitale da 44 milioni, convertendone altri 3 e lasciandone, però, un debito verso le controllate di una trentina di milioni di euro. Questi milioni sarebbero gli interessi maturati dagli investitori che negli scorsi anni hanno comperato obbligazioni. E Oaktree ha aperto a un altro buy back delle obbligazioni.
Sembra un segnale chiaro… L’impressione è che il fondo voglia usare tutto l’avanzo di cassa per la riduzione del debito. Giustamente, gli americani vogliono risanare per vendere il club a un buon prezzo… Ma questo potrebbe essere preoccupante per la gestione dei prossimi acquisti, dato che il grosso delle cessioni finirebbe appunto per essere usato per questioni di bilancio. Il presidente Beppe Marotta dice che Oaktree investirà nell’Inter, come ha già investito. Ci possiamo fidare?
Il fondo non è venuto all’Inter per spendere e spandere. Vogliono guadagnarci, i californiani. E possono farlo in due modi. Il primo, quello più probabile: vendere tutti i cavalli di razza per incassare, saldare i debiti e poi vendere al miglior offerente (senza guadagnarci troppo). Il secondo: mantenere o addirittura aumentare il valore della rosa con investimenti per arrivare a grandi risultati sportivi e rivendere a cifre più alte del previsto.
A logica, un fondo di investimento dovrebbe seguire la seconda strada. Ma, come abbiamo spiegato, i pochi segnali disponibili, almeno per ora, non lasciano pensare che sia questo il progetto. C’è anche da dire che Oaktree non dovrebbe cedere prestissimo: il piano è quello di restare al comando almeno un triennio e di innescare un rivoluzione nei conti e nelle spese.
Presto si partirà con gli addii. Secondo TuttoSport, per esempio, negli ultimi giorni ore sono diventati ufficiali gli addii di Luca Danovaro, Chief Marketing Officer, e Matteo Pedinotti, responsabile dell’area comunicazione con un forte legame con l’ex presidente Steven Zhang. Pedinotti non era però un mero protetto di Zhang: ha sempre avuto un ottimo legame anche con Marotta. E malgrado le smentite degli ultimi giorni, si parla ancora di un ritorno di Ricci (che aveva collaborato con Moratti e poi con Thoir), ex Juve. La rivoluzione di Oaktree passerà anche per il ricambio di manager.
Intanto i californiani hanno già aggiunto alla squadra dirigenziale un avvocato penalista, tale Angelo Cappellini. Il motivo? Analizzare meglio la spiacevole vicenda dei legami fra club e curva. Ed è anche per questo motivo, secondo le insinuazioni di certa stampa, che dovrebbero cadere delle teste.
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