Il racconto sull’episodio che ha segnato una partita di Serie B di vent’anni fa, a cui prese parte l’ex trequartista dell’Inter ai tempi della Ternana: “Ero arrivato da poco in Italia, non ne sapevo nulla”
Storie che hanno dell’incredibile, eppure sono state realmente parte di una tristissima pagina della storia calcistica dei primi anni duemila. Basti pensare allo scandalo Calciopoli, all’amara e storica retrocessione della Juventus, alla sfilza di deferimenti e le ripercussioni avute negli anni a venire sull’immagine del calcio italiano nel mondo.
Eppure prima ancora di quel che accadde nell’ormai lontano 2006, un episodio aveva macchiato indelebilmente una partita fra Atalanta e Ternana giocata il 21 dicembre 2003 e valevole per la ventesima giornata del campionato di Serie B. Fra i protagonisti della vicenda proprio lui, l’ex centrocampista nerazzurro Luis Jimenez, da qualche tempo giunto in Italia dopo la primissima esperienza formativa da professionista tra le file del club cileno Palestino.
A sua insaputa il calciatore aveva infatti procurato un calcio di rigore (trasformato poi da Zampagna, ndr) che non avrebbe dovuto procurare in favore dei rossoverdi, terzi in classifica a quel tempo alle spalle dei nerazzurri bergamaschi a distanza di sole cinque lunghezze. Ecco come andarono i fatti.
“Ricordo ancora il momento. L’atmosfera era festiva all’insegna del rapporto amichevole fra le due tifoserie. Quando caddi in area tutti mi urlarono contro, persino i miei compagni. Il mio compagno rigorista si mise le mani sul volto dopo il gol. Il colpo che avevo ricevuto era stato duro”, ha ammesso Jimenez nel corso di un recente intervento sul canale YouTube ‘Vamo a Calmarno’.
Al gol di Zampagna rispose poi Budan, pochi minuti prima del fischio finale. Proprio come doveva andare. “Quando sono uscito dal campo il medico di squadra mi ha detto che la partita era sistemata e non dovevo più cadere in area di rigore”, ha poi aggiunto. In altri termini, il risultato doveva necessariamente finire sul pari perché così era stato premeditato, in un giro illecito di risultati falsati. Ma la circostanza non è stata affatto l’unica.
Jimenez si è infatti ritrovato a dover giocare molte altre partite truccate, in una stagione tramontata soltanto al settimo posto in classifica per la Ternana: “Una volta segnai e il portiere della mia squadra voleva uccidermi. Gli avversari avrebbero dovuto farne un altro per pareggiare. Non sapevo nulla del fatto che sarebbe dovuta finire così, erano le mie prime partite in Italia”, ha quindi concluso l’ex calciatore. Rispolverando attimi di terrore per il palcoscenico calcistico nostrano.
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