Dirigenza e società puntano sul proprio centrale difensivo come accaduto con Bisseck prima di lui. Un’indicazione diretta ad Inzaghi per il suo impiego
Sin dai primi momenti dell’acquisizione del suo cartellino, Yann Bisseck ha rappresentato per l’Inter un grande colpo di mercato nel rispetto delle linee guida fornite già dalla ex proprietà in mano a Steven Zhang.
L’idea era (e resta) quella di investire maggiormente su profili giovani in ascesa, così da svecchiare mediante un processo costante di rimpolpamento delle file un impianto arretrato ormai proiettato verso il pensionamento.
Ad aver alimentato questo approccio sono state anche le considerazioni d’inizio stagione da parte della nuova proprietà Oaktree e le continue emergenze difensive accusate dallo stesso Simone Inzaghi al momento della pianificazione di nuove strategie da applicare in campionato.
A tal proposito, il tecnico nerazzurro ha dovuto schierare Bisseck con minutaggio crescente per far fronte alle assenze di Francesco Acerbi e Benjamin Pavard, con cui si è spesso alternato al ruolo di braccetto destro già nella seconda metà della passata stagione.
Analizzando i numeri macinati finora dal difensore tedesco, la fiducia è comunque ben ripagata e su di sé ha raccolto un buon numero di attenzioni su suolo internazionale. Per l’Inter, nel complesso, non poteva andar meglio di così.
Ora però, consapevole di aver concluso una trattativa positiva nel recente passato, il duo composto da Giuseppe Marotta e Piero Ausilio vorrebbe ripetersi ancora. O forse, per certi versi, lo ha già fatto a sua insaputa.
Palacios sulle orme di Bisseck, l’Inter chiede maggiore continuità ad Inzaghi
L’Inter punta molto sulle capacità di Tomas Palacios, fortemente voluto da Inzaghi nel corso della sessione estiva, quasi fosse portatore dello stesso stratagemma architettato al tempo dell’operazione per Bisseck.
Ciononostante, a differenza del compagno di reparto, l’argentino è reduce da qualche esperienza nel campionato sudamericano di Super Liga. Lì si gioca un calcio totalmente diverso da quello europeo, a cui si sta lentamente abituando.
Il processo di ambientamento ed apprendimento potrebbe dunque essere più lungo e macchinoso rispetto a quello intrapreso da Bisseck dopo il suo addio all’Aarhus, strozzato oltretutto dalla poca disponibilità avuta finora da Inzaghi nello schierarlo in stagione.
Società e dirigenza sperano comunque che il tecnico possa farlo giocare con maggiore regolarità così da scoprire il suo massimo potenziale nei prossimi mesi. Ed eventualmente sulla base di ciò, elaborare nuove considerazioni di mercato in funzione della ricerca di un altro difensore da annettere al progetto nerazzurro del futuro.