L’analisi della prestazione arbitrale di Sozza durante la finalissima di Supercoppa Italiana fra le due compagini rivali, almeno un paio di episodi dubbi e bocciatura complessiva
In pochi avrebbero immaginato che il Milan, dopo averla spuntata contro la Juventus in rimonta nella seconda delle due semifinali in programma, potesse spezzare i favori del pronostico dell’Inter tanto velocemente.
Parte dei meriti vanno senza dubbio attribuiti alla formazione di Sergio Conceicao, vincitore a tempo record della primissima Supercoppa Italiana in qualità di allenatore, per non aver mollato di un solo centimetro nel corso del secondo tempo.
Eppure, ad aver contribuito in negativo ad una già negligente prestazione dei nerazzurri di Simone Inzaghi c’è stata anche la componente direttiva arbitrale. In almeno un paio di circostanze. Il direttore Maurizio Russo ha preso in analisi il metro di giudizio di Simone Sozza, incaricato dall’AIA a prendere le redini del secondo derby stagionale fra le rivali meneghine, sulle pagine di ‘calciomercato.it’.
Fallo di Morata su Asllani non ravvisato: “Il VAR non poteva intervenire”
Uno degli episodi mal interpretati da Sozza ha visto protagonisti Theo Hernandez e Denzel Dumfries, in uno dei tanti scontri di gioco ravvicinati che spesso occorrono fra i due competitivi talenti di Milan e Inter.
Era da poco trascorsa la prima mezz’ora quando il mancino francese ha colpito con i tacchetti il retro della caviglia dell’olandese, quest’ultimo invece indirizzato verso il pallone. Sebbene mancassero i presupposti di volontarietà del fallo per far scattare il cartellino rosso diretto, Sozza avrebbe quantomeno dovuto ammonire Theo Hernandez per imprudenza. Non è tuttavia pervenuto neppure l’aiuto da parte del primo assistente Carboni, sito vicinissimo all’azione, nel ravvisare e dare la giusta importanza all’episodio.
Ancor più eclatante l’errore occorso nel secondo tempo, quando Kristjan Asllani in possesso del pallone è stato investito fallosamente da Alvaro Morata. Da lì a pochi secondi è scaturito il gol su calcio di punizione di Theo Hernandez, nato però per un fallo commesso da Henrikh Mkhitaryan su Rafael Leao.
“Il VAR non ha potuto intervenire perché il calcio di punizione che ha portato al gol è nato a seguito di un’altra azione”, ha raccontato il direttore Russo. Se invece Leao, diretto in dribbling verso la porta difesa da Yann Sommer, non fosse stato abbattuto e avesse segnato allora “Marini e Doveri al VAR avrebbero potuto richiamare l’attenzione di Sozza al monitor di bordocampo, facendogli valutare l’intervento falloso precedente di Morata su Asllani”, si legge ancora. In quel caso, in altri termini, l’eventuale gol sarebbe stato annullato e la gara avrebbe probabilmente preso una piega diversa.