Il racconto dell’ex centravanti dell’Inter sui suoi tempi in nerazzurro sotto la guida di Antonio Conte, figura chiave del suo percorso di maturazione
Sebbene l’Inter abbia cambiato spesso volto nel giro degli ultimi anni, quantomeno per quel che concerne i suoi protagonisti in campo, mai è venuta meno l’identità di un club che ha sempre puntato a portare a casa il massimo risultato possibile.
Sotto l’ala di Simone Inzaghi questa linea di pensiero è andata persino rinforzandosi gradualmente, fino a trovare sbocchi nella vittoria della seconda stella e di una meritatissima finale di Champions League. Da qui ai prossimi anni, anche grazie all’imprescindibile supporto di individualità assolute come quelle del capitano di Lautaro Martinez e del mediano Hakan Calhanoglu, l’obiettivo è fare ancora meglio di quanto fatto nel recente passato.
Certo non sarà facile ripetersi sempre agli stessi livelli, perché profonde mutazioni divengono parte anche delle altre realtà del nostro campionato. Specie quelle da sempre etichettate come dirette rivali dell’Inter, dal Milan alla Juventus, passando poi per il Napoli di una vecchia conoscenza nerazzurra, ovvero Antonio Conte.
L’allenatore salentino ha portato i propri precetti in una squadra da rinnovare ed ha costruito un organismo forte al suo interno, capeggiato anche da qualche volto a lui già noto.
Non soltanto colonne portanti come Alex Meret e Giovanni Di Lorenzo, ma anche Romelu Lukaku. Proprio il centravanti belga, fortemente voluto da Conte dopo la parentesi alla Roma, ha discusso del suo rapporto con l’allenatore in una recente intervista esclusiva ai microfoni di ‘Radio CRC’.
Tutti conoscono quanto sia stata importante la sua figura nella mia vita. Lui mi capisce, sa quanti sacrifici faccio per questo gioco. E io mi trovo bene con la sua mentalità ed il suo modo di fare calcio”, ha raccontato in prima battuta il calciatore.
Prima di aprire ad un’altra importante considerazione: “È un allenatore che fa migliorare i giocatori, questo è ciò che ti rende vincente. Una volta, quando ero all’Inter, saltai un allenamento. Mi chiamò nel suo ufficio per dirmi che se l’avessi rifatto mi avrebbe messo fuori rosa“. Un atteggiamento tipico di una forte personalità come quella di Conte. “In quella circostanza mi diede un grande stimolo psicologico”, ha poi concluso Lukaku.
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