Una grande verità stronca le polemiche ai danni dell’allenatore nerazzurro dopo la partenza a rilento in stagione e il ko in Supercoppa, tutto ricade sull’abilità dell’ex Lazio
La sconfitta rimediata nella finale di Supercoppa Italiana da opera del Milan ha spento le speranze dell’Inter di portare a casa il primo trofeo del nuovo anno, nonché il quarto consecutivo della stessa categoria per Simone Inzaghi, definito per buone ragioni fino a quel momento come ‘Il Re di Coppe’.
Spogliato del proprio titolo, il tecnico piacentino è finito nel solito ciclone di polemiche per via dell’atteggiamento meno propositivo dei suoi in campo e di qualche scelta tattica discutibile, presa pur sempre con le pinze per via di una situazione d’organico davvero disperata.
Quello dei ripetuti infortunio è probabilmente, anzi quasi certamente, uno dei fattori che maggiormente hanno influito sul rendimento nerazzurro in questa prima metà di stagione; sebbene non sia tanto distante da quello dello scorso anno. Ad esser cambiato, infatti, non è tanto l’atteggiamento della squadra nerazzurra quanto il livello qualitativo delle altre pretendenti. In meglio. Ma quello è un discorso a parte, sul quale qualcuno continua ad avere gli occhi bendati per non vedere, di proposito, come stanno davvero i fatti.
Far ricadere le colpe sull’allenatore resta dunque una scappatoia di facile percorrenza, mentre vengono tralasciate delle verità su cui ha voluto far luce Fabrizio Biasin in un recente intervento mediatico per conto di ‘Cronache di Spogliatoio’.
“Arrivato Inzaghi, sono andati via Hakimi e Lukaku. L’allora presidente Zhang ha poi comunicato il nuovo obiettivo del quarto posto alla squadra, perché il livello complessivo si era indebolito. L’Inter è stata tanto brava da far ricredere tutti e soltanto per qualche errore di percorso si è fatta superare dal Milan sul finale. Non bisogna mai dimenticare che da quando Inzaghi è sulla panchina dell’Inter tutte le operazioni di mercato sono avvenute a parametro zero“, ha raccontato il giornalista in prima battuta.
Biasin difende Inzaghi con orgoglio: “Mercato? Lui rende la squadra migliore”
Biasin ha quindi messo in evidenza uno dei punti cardine su cui si è basata la politica nerazzurra degli ultimi anni, mentre Inzaghi dava direttive dalla panchina all’inseguimento dei tanti buoni propositi, divenuti presto successi incredibili.
Nonostante, per l’appunto, l’evidente incapacità societaria di metter le mani su profili di caratura assoluta come fatto da molte altre società avversarie. Meno brave, queste ultime, a tramutare il valore economico delle varie individualità in qualità effettiva in mezzo al campo.
“Le altre squadre investono sempre 40, 50, 60 milioni a sessione di mercato mentre l’Inter continua a chiudere operazioni a zero. Eppure, è sempre Inzaghi «quello che deve vincere perché lui ha la squadra più forte». Come si può pretendere che si dica questo, sulla base di un mercato esclusivo a parametro zero? Non è che per caso è proprio lui a rendere l’Inter più forte?“, ha quindi concluso Biasin aprendo un grande interrogativo.
Meglio mettere da parte le reazioni avverse, dunque. Perché l’allenatore dell’Inter ha saputo trarre il meglio della propria squadra anche con risorse economiche limitate, diverse uscite importanti ed innesti complessivamente privi di forza motrice. Qualcosa che in pochi, anzi pochissimi, avrebbero saputo fare con la medesima intelligenza.