Un errore ci può stare, ma quando favorisce quel club lì, si leva sempre una spiacevole sensazione di déjà-vu
La Juve ha vinto contro il Como nell’ultimo suo impegno in A dopo una brutta prestazione: lo ha fatto grazie alla doppietta di Kolo Muani e alle parate di Di Gregorio, ma anche grazie a un tocco di mano di Gatti (che stesse prendendo solo posizione o che abbia mosso la mano in modo volontario, fa poca differenza) non punito dall’arbitro. Inevitabile la polemica nel post-partita con lo sfogo di Fabregas.
L’AIA non condannerà la decisione di arbitro e VAR. Il mancato fischio di Abisso sul mani in area di Gatti in occasione di un corpo a corpo con Douvikas sarebbe giustificato dalla casualità del gesto. In tanti, però, come tecnico dei lombardi Fabregas si sono lasciati sfiorare da “certi dubbi“…
Non ha senso tornare a parlare di storie vecchie e antichi sospetti. La giustizia sportiva si è già espressa sull’accaduto che, oramai, fa parte del passato storico. Eppure c’è chi continua a vivere con estremo sospetto certe situazioni. Per esempio, l’ex Lazio Felipe Caicedo. Parlando dei bianconesi, l’attaccante ecuadoriano, attualmente al Barcelona Guayaquil ha dichiarato: “La Juve è una squadra che condiziona gli arbitri“. Ha ragione?
In un’intervista rilasciato a Fanpage, Caicedo ha ricordato la sua esperienza nel club biancoceleste sotto la guida di Simone Inzaghi, elogiandolo come coach e come uomo. Dopodiché è tornato sul match Juventus-Lazio del 19 ottobre 2024, che sui social aveva definito come una gara arbitrata in modo scandaloso.
Caicedo contro la Juve: “Condiziona ancora gli arbitri“
“Quando hanno affrontato la Lazio è stata una cosa imbarazzante“, ha spiegato l’ex biancoceleste, “non si può giocare così. La Juve è una squadra che condiziona tanto gli arbitri. Gli arbitri vanno in confusione perché è una squadra importante sul piano mediatico… e questo finisce per condizionare. In quella gara ho visto un arbitraggio che non mi è piaciuto“.
Dopodiché, l’ecuadoriano che ha giocato 3 gare in nerazzurro nel 2022, ha aggiunto che percepiva questa particolare condizione anche quando giocava in Italia. “Lo si percepiva sempre: era un po’ più complicato giocare lì. Noi lo sentivamo, poi ognuno ha le sue sensazioni, ma è una squadra che da tradizione ha dei meccanismi che possono condizionare“.
Queste sono appunto le impressioni personali del giocatore che è tornato a giocare in Ecuador dopo un periodo da svincolato e una stagione in Arabia Saudita. L’ex Lazio è rimasto molto legato alla Serie A: segue il campionato e lo commenta su X, interagendo spesso con i tifosi. E non fa mistero di tifare Inter per lo Scudetto. Non per la squadra in sé, ma per l’allenatore…
L’aneddoto su Inzaghi
“Simone vive il calcio come nessuno e sa di tattica più di tutti gli allenatori che ho avuto“, ha dichiarato poi l’attaccante. Per descrivere Inzaghi come coach ha parlato di un maestro concentrato su un calcio semplice, in grado di far sentire bene i calciatori. “Questa è la cosa più difficile nel calcio attuale. È un passionale, ti fa capire subito che lui vive per il calcio, lo ama e vuole vincere“.
Infine, ha raccontato anche un aneddoto che lo riguarda… “Dal primo giorno l’ho visto litigare con Felipe Anderson. Litigò con lui perché non gli era piaciuto l’atteggiamento di Felipe. Dopo 5 minuti fu tutto risate e abbracci, è così. Lui ti fa capire da subito che devi vincere e dare tutto, facendoti sentire coinvolto. In quel senso è il numero uno“.
Il numero uno è però tornato in discussione: è bastata la sconfitta contro la Fiorentina per scatenare parte del tifo nerazzurro. Ora il tecnico dell’Inter è chiamato a dare risposte. Un’altra sconfitta sarebbe difficile da digerire.