Il pugno duro del fondo statunitense ha ridimensionato i poteri del presidente e cambiato la linea operativa: cosa ne sarà dell’Inter Marottiana?
Ogni singola mossa promossa dalla direzione sportiva dell’Inter sullo scacchiere nerazzurro lascia ormai intendere che tutte le considerazioni fatte sin dalle prime battute di questa stagione sportiva trovino conferme.
Già nella passata estate, infatti, per la seconda volta dopo tanti anni in cui erano state concluse operazioni a costo zero nei confronti di calciatori di una certa età, è stato prelevato il difensore centrale argentino Tomas Palacios con un’idea precisa.
Quella di ridurre l’età media di una squadra fin troppo vecchia, senza tuttavia rinunciare alla possibilità che ciascuna giovane promessa possa avere un ruolo importante in futuro. Con o senza Simone Inzaghi in panchina. Anche il presidente Giuseppe Marotta, volente o nolente, avrebbe acconsentito.
L’arrivo di Palacios, al fianco del già presente Yann Bisseck, ha tracciato un nuovo solco nella storia operativa della proprietà Oaktree. A seguire, nel corso della sessione invernale di mercato da poco conclusa, ecco Nicola Zalewski dalla Roma. A mezzo di un prestito, certo, ma i parametri selettivi restano gli stessi.
E così sarà anche con Petar Sucic, il centrocampista croato promesso dalla Dinamo Zagabria per la prossima estate. Semmai riuscisse l’impresa di annettere anche Samuele Ricci, ogni dubbio verrà fugato per sempre: l’Inter vuol ripartire da calciatori futuribili e l’età media della squadra andrà calando, inesorabilmente, verso i minimi storici. Spezzando, per certi versi, la grande costruzione a ridotto impatto economico dell’età Marottiana.
Finisce l’era Marottiana? Oaktree detta legge sulla linea operativa del club
Ciò non prescinde, come precisato anche dal ‘Corriere dello Sport’, che la visione generale di Oaktree ammetta compromessi. L’Inter deve restare una squadra forte e competitiva, soprattutto in Europa. Basta con quei colpi a costo zero tanto invidiati altrove, perché si dovranno mettere in conto anche altre tipologie di spesa e investimento.
Sarà una “Inter formato Milan”, e non sappiamo ancora se l’attuale presidente sarà disposto ad assecondare questa linea operativa ancora a lungo. Dichiaratamente con meno poteri decisionali rispetto a quando era soltanto l’amministratore delegato della presidenza Zhang, l’ex direttore della Juventus ha un contratto in scadenza nel giugno 2027 e dall’alto della sua nuova carica, deve comunque sottostare alla lungimirante caparbietà del fondo statunitense.
Il quotidiano solleva un importante interrogativo sul destino di Marotta alla guida del club: avanti insieme o saluti necessari al termine del mandato? Lo scopriremo presto. Intanto il presidente continuerà a fornire supporto prezioso agli scopi del club fino alla fine. Con la promessa che lascerà il proprio posto, prima o poi, ad un erede che raccoglierà una squadra pienamente in salute. Buona parte, va detto, per merito suo.