Duro feedback della stampa nei confronti del centravanti argentino e capitano dell’Inter dopo il derby perso contro la Juve, mancano i suoi gol nelle partite che contano
Tre punti persi per strada che pesano più di tanti altri pareggi maturati finora. Non soltanto per il semplice fatto che si tratti di una sconfitta e le sconfitte fanno sempre male, quanto per la modalità con cui è avvenuta ed il rammarico di aver sciupato l’occasione di sorpasso sul Napoli capolista.
Il derby d’Italia fra Juventus e Inter ha detto questo e tanto altro. Perché si è trattato certamente della sfida fra due squadre eterne rivali mai disposte a raggiungere compromessi, ma anche dello specchio di una incisività offensiva – quella nerazzurra – al di sotto delle aspettative.
Fra gli incriminati non ci sono soltanto gli attaccanti di riserva, vedi la brutta prestazione di Mehdi Taremi ed un Joaquin Correa non pervenuto, ma anche lo stesso Lautaro Martinez. Lui che, sin dal principio, era consapevole di doversi far carico di una doppia responsabilità, dato lo stato di forma discutibile del collega di reparto Marcus Thuram.
Per carità, il capitano nerazzurro è stato partecipe del gioco ed ha creato non poco. Ultimamente lo sta facendo bene, perché ha ritrovato una condizione niente male. Contro la Juve in un paio di circostanze almeno, con la compartecipazione di Denzel Dumfries e Nicola Zalewski, ha avuto l’occasione di segnare. Un peccato però non averle potute concretizzare.
Questo è forse ciò che ha creato maggiori divisioni fra gli esponenti della stampa sportiva italiana nelle ultime ore. “Quando il ‘Toro’ sciupa, l’Inter ne paga le conseguenze”, ha scritto ‘La Gazzetta dello Sport’ nella propria analisi di fine partita.
Un dettaglio, poi, non è sfuggito agli occhi dei più attenti: Lautaro ha litigato spesso con il pallone di fronte alla porta in questa stagione, proprio contro squadre di un certo calibro. “Dei quindici gol segnati soltanto uno è arrivato ai danni di una squadra di pari livello“, ha aggiunto la ‘Rosea’.
A voler sottolineare il fatto che Lautaro riesca a giocare forse con meno pressioni, e quindi maggiore facilità, contro squadre meno impegnative. Creando sì, ma segnando anche. Partite in cui il numero dieci, insomma, fa esattamente quello che deve.
Adesso starà a lui rimboccarsi le maniche e trascinare l’intera squadra verso la supersfida dei primi di marzo, contro il Napoli. Una sorta di prequel che potrebbe anticipare il film finale sull’assegnazione dello Scudetto.
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