Simone Inzaghi non può bearsi del fallimento delle italiane in Champions: Napoli-Inter si avvicina e i top sembrano poco concentrati
Il momento è delicato, e tutto il mondo Inter, a partire dall’allenatore, ora chiede di più ai big in squadra. Da Lautaro a Bastoni, passando per Dimarco, Mkhitaryan e Calhanoglu. L’unico che non si può criticare, per impegno e prestazioni, è Barella. Tutti gli altri, hanno lasciato a desiderare ultimamente.
Nella scorsa stagione alcuni giocatori hanno fatto la differenza, a partire da Lautaro Martinez. Il capitano, premiato dall’Inter con un ingaggio da vero top-player, ha deluso a inizio stagione, faticando a trovare la forma giusta, e non ha ancora inciso nelle partite importanti. E dal suo calo dipende ovviamente anche il calo dell’Inter. Una squadra che rispetto allo scorso anno ha dodici punti in meno rispetto alla scorsa stagione.
L’anno scorso, in Serie A, il Toro ha fatto 24 goal in 33 presenze complessive. Quest’anno è già a 23 presenze, ma i goal sono solo 9. E questo non è il dato più sconfortante da affrontare. Per rendersi conto di cosa non sta andando nel verso giusto bisogna focalizzarsi sulla percentuale realizzativa dell’argentino, cioè il rapporto tra tiri in porta e goal: è questa la chiave da interpretare. Lo scorso anno era del 30,1%. Mentre quella di questo campionato è solo dell’11,8%.
Per fortuna, il momentaccio vissuto a inizio stagione fino all’inizio di dicembre sembra passato. Anche se, pure contro la Juventus, l’argentino è tornato a sbagliare molto. Perché Lautaro Martinez non fa più la differenza nell’Inter?
Inzaghi sprona Lautaro, vuole il Toro dello scorso anno
Il Toro ha segnato quest’anno un solo goal contro le squadre di alta classica (considerando le prime 8). E, parliamoci chiaro: è un dato allarmante per uno che pochi mesi fa veniva indicato come un possibile vincitore del Pallone d’Oro. C’è chi dice che l’involuzione dipende dal fatto che sta giocando più lontano dalla porta e che sta correndo di più…
Lautaro prende quasi 10 milioni all’anno perché è un giocatore forte e un leader per la squadra. Non è mai stato un cecchino da area di rigore: sa fare tante cose, tutte abbastanza bene, ma è anche solito spegnersi per varie partite e sbagliare delle occasioni facili. Il punto è che quest’anno ne ha sbagliati troppi, di goal, più del criticatissimo Vlahovic, per esempio. Che non a caso è finito in panchina nella Juve. Inzaghi, però, non può permettersi di rinunciare al Toro. Principalmente, perché è utile in campo nonostante la scarsa vena realizzativa. E poi perché le riserve lasciano molto a desiderare.
Arnautovic, Correa e Taremi, purtroppo, hanno già ampiamente dimostrato di essere inaffidabili come riserve. Molto meglio Sanchez l’anno scorso, anche se era quasi sempre rotto. In rosa l’Inter non ha alcun attaccante cinico. Thuram ha velocità ed esplosività. Correa dovrebbe avere tecnica e fantasia. Arna, esperienza e cazzimma. Taremi, non si è capito… Lautaro, invece, ha potenza e personalità. E con la personalità deve ora prendere per mano l’Inter in questo momento complicato.
Si ferma anche Sommer
Sono molteplici i problemi per Inzaghi in vista della partita contro il Napoli. A partire dalla porto. Ieri in allenamento si è infatti infortunato Yann Sommer. Lo svizzero starà fermo almeno un mese per una frattura al pollice. Al suo posto giocherà Josep Martinez, che finora ha giocato solo 90′ in Coppa Italia. Gli interisti ripensano a Radu, e alla sostituzione che in pratica costò ai nerazzurri lo Scudetto.
La speranza è che lo spagnolo sia più affidabile e pronto. In Coppa Italia, contro l’Udinese, si è fatto notare con una bella parata nel finale. Sa usare i piedi… E, in generale, l’Inter lo ha pagato tanto proprio per avere un’alternativa valida a Sommer.
L’ex Genoa deve quindi dimostrare di essere un giocatore in grado di sostituire degnamente il titolare. L’assenza dello svizzero non può essere un alibi.