Con l’avvicendamento dell’allenatore cambierebbe anche l’assetto tattico della squadra, prevedibili nuovi innesti per abbassare l’età media. Suggerito un profilo non prioritario per Inzaghi
Riconfermarsi al vertice della classifica di Serie A resta per l’Inter uno degli obiettivi primari da raggiungere in questa stagione, nonostante il tasso qualitativo delle altre pretendenti al titolo sia nettamente cresciuto rispetto al passato.
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Che la vittoria dello Scudetto arrivi o meno, però, potrebbe non avere alcuna influenza sulla decisione finale di dare una svolta alla gestione tecnica della squadra, oggi in mano a Simone Inzaghi. Il ciclo del piacentino potrebbe chiudersi laddove anche la dirigenza nerazzurra fosse d’accordo e non dovesse sopraggiungere il rinnovo di contratto. Una questione, quest’ultima, sulla quale filtrano comunque fiducia e tranquillità.
Semmai così andassero le cose, per Luigi Garlando la panchina potrebbe esser affidata ad uno come Roberto De Zerbi, promotore di un gioco che ha fatto innamorare gli appassionati nel corso degli ultimi ani vissuti all’estero. All’interno del podcast ‘La Tripletta’ per ‘La Gazzetta dello Sport’, il giornalista ha poi puntualizzato che un cambiamento simile porterebbe anche altri cambiamenti dietro di sé a ruota, a livello di organico.
Nico Paz con De Zerbi, l’Inter ripartirebbe da qui per la rifondazione
Partendo in primis dal dare i saluti ad Henrikh Mkhitaryan, trentasettenne, per far spazio a nuove leve che possano anche abbassare l’età media della squadra nel rispetto delle volontà di Oaktree.
“Se ci sarà una rifondazione tecnica, la si farà anche a centrocampo. Si potrebbe partire da giocatori di talento come Nico Paz, che al momento non sono previsti per figurare all’interno degli schemi di Inzaghi”, ha raccontato Garlando.
“Sarebbe l’ideale, soprattutto se l’Inter vincesse lo Scudetto. Guai a ripetere gli stessi errori del post Triplete, quando i giocatori cambiarono in massa e la squadra non portò più risultati per i successivi dieci anni”, ha infine aggiunto nella sua analisi.
In questo De Zerbi sarebbe comunque capace di rinforzare le giunture essenziali senza stravolgere l’identità di squadra, affinché l’impronta lasciata da Inzaghi possa permanere come fatto anche da Conte prima di lui. La continuità d’intenti, del resto, è una qualità imprescindibile per sostenere un progetto vincente a lungo termine, attraverso cambiamenti obbligati e nuove sfide all’orizzonte.