Il caso tra Acerbi e Juan Jesus fa discutere anche a distanza di diversi mesi: si riapre dopo le dieci giornate di squalifica
La mente torna alla partita tra Inter e Napoli, ma non lo scontro diretto finito in parità che in questa stagione rischiava di assegnare un bel pezzo di scudetto. Nelle ultime ore, in tanti hanno ‘riaperto’ – almeno a parole – il caso relativo Francesco Acerbi e Juan Jesus, quella frase, anzi quel termine che tanto ha fatto discutere e che ha spaccato le tifoserie, in attesa che arrivasse la certezza sull’insulto razziale da un difensore all’altro.
Alla fine, oltre al tanto fumo, l’arrosto non è mai arrivato. Acerbi non è stato squalificato e ha potuto concludere una stagione straordinaria con l’Inter, conclusa con l’arrivo dello scudetto e della seconda stella.
Le squalifiche non sono mai arrivate per furor di un certo tipo di popolo, e soprattutto senza prove certe. Si è rimasti alla parola dell’uno contro l’altro e riparlarne a distanza di così tanto tempo è quantomeno pretestuoso. Eppure c’è chi ha avuto il coraggio di farlo e non a caso si tratta di ‘Tuttosport’, quotidiano torinese che da sempre non è proprio super partes e gli interisti lo sanno bene.
Il Giudice Sportivo ha pubblicato la sua consueta nota e una squalifica ha decisamente avuto il sopravvento sulle altre, almeno sotto il profilo mediatico. Franco Vazquez è stato squalificato per dieci giornate, visto che “ha rivolto al calciatore Emile Mehdi Dorval (Soc. Bari) un insulto espressivo di discriminazione razziale”.
Una punizione esemplare e una condanna al trequartista che è arrivata da tutto il mondo del calcio. E lì bisogna fermarsi. Sì, perché la lotta al razzismo nel calcio e nella vita è da sempre uno dei cavalli di battaglia dell’Inter e il caso Acerbi è stato archiviato all’epoca dei fatti.
I nerazzurri non sono stati favoriti, semplicemente le condizioni per la condanna non sussistevano e così si è proceduto e andati avanti. Esattamente come per la presunta bestemmia di Lautaro. La legge si muove per dati certi, non per bandiere di tifo. Ed è il caso di ricordarlo.
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