Il tecnico livornese è stato a un passo nel 2020, con Marotta che ci riprovò l’anno successivo dopo l’addio di Conte. Ma aveva già dato la sua parola ad Agnelli
Sono anni che Allegri viene accostato alla panchina dell’Inter. Effettivamente il disoccupato livornese è stato almeno un paio di volte molto vicino a diventare il nuovo allenatore dei nerazzurri. L’ultima nel 2021, dopo il divorzio burrascoso con Conte, anche se aveva già dato la sua parola ad Andrea Agnelli per il ritorno alla Juve in sella a un cavallo bianco.
In realtà è stato davvero a un passo dall’Inter l’anno prima, quando Conte aveva le sue solite cose e fiutato che tirava una brutta aria dal punto di vista economico. Inoltre aveva già sostanzialmente rotto con la dirigenza, in particolare con Ausilio.
Allegri e il suo staff erano sul trespolo, convinti di prendere in mano la squadra. Poi la mediazione di Zhang, nel famoso vertice a Villa Bellini, riuscì a ricomporre la situazione. La pace armata durò solo qualche mese, con lo Scudetto che chiuse il cerchio e anche l’avventura interista del salentino, andatosene sbattendo la porta e con una buonuscita da circa 7 milioni. Beato lui.
Da quando allena l’Inter, Inzaghi ha sempre dovuto convivere con due ombre: quella del suo predecessore e quella del suo possibile sostituto, il gufo che gli tifa contro perché ambisce al suo posto. Cioè proprio Allegri, seppur dopo il suo secondo disastroso ciclo alla Juve, e soprattutto dopo che il timone del club è passato a Oaktree, il suo nome sia apparso sempre meno credibile per la panchina nerazzurra.
Non scopriamo il fuoco dicendo che Marotta è un suo estimatore, ma checché ne dica e faccia sapere lui, con il fondo statunitense non ha più quella libertà di manovra che aveva con Zhang. Senza contare il fattore ambientale: l’ingaggio di Allegri dopo le polemiche e gli episodi della stagione scorsa, rappresenterebbe un grosso rischio. Ai primi due-tre risultati negativi potrebbe venire giù il mondo.
Inzaghi e l’Inter avanti insieme
Specifichiamo ad oggi l’Inter non ha alcuna intenzione, oltre che nessun motivo (ma per il rinnovo non c’è tutta questa fretta) per cambiare Inzaghi. E non risulta che il piacentino abbia qualcosa di meglio sul tavolo: a Milano ha sì dovuto ingoiare molti rospi, ma ha la possibilità di continuare a vincere e ad arricchire il suo curriculum aspettando magari il treno giusto, che non può essere il Tottenham, per il salto in Premier.
A proposito di rospi ingoiati, bisogna dire che un allenatore in una grande deve essere bravo anzitutto a sopravvivere, adeguandosi al contesto (squadra e ambiente) e ai dirigenti del momento. Sennò si fa la fine di Thiago Motta, o di Sarri. Sotto questo aspetto, parafrasando Moratti, finora Inzaghi è stato bravissimo.
Allegri aspetta il Milan: la ‘promessa’ di Paratici
Allegri rappresenta il passato dell’Inter, pur non avendola mai allenata, ma può essere il futuro del Milan, dove ha già lavorato per quattro anni e mezzo vincendo uno Scudetto. Secondo le informazioni raccolte da Interlive.it, il 57enne è la prima scelta di Fabio Paratici (squalificato fino a giugno) nel caso in cui diventasse il nuovo Direttore sportivo del Milan.
La notizia ci ha sorpreso, perché pensavamo e credevamo – mai innamorarsi troppo delle proprie idee – che il rapporto tra i due non fosse eccellente dopo nel 2019 Paratici (con Nedved) convinse Agnelli a mandare via Allegri per il ‘giochista’ Sarri. Invece non è così, perlomeno non più.
Chi ha riprovato a riallacciare il filo tra Allegri e l’Arabia, si è sentito rispondere che Max sta aspettando la chiamata del Milan, con Paratici che gli ha promesso di portarselo con sé a Milanello qualora Furlani decidesse di affidare a lui la carica di nuovo Ds del club rossonero.