Il retroscena sulle difficoltà del centravanti e capitano nerazzurro dopo il Mondiale, rimaste celate dalla sua inarrestabile voglia di dare sempre il massimo per l’Inter. Ora è alle prese con un nuovo infortunio
Un intervento mediatico lunghissimo, ma doveroso. Perché ripercorrere una storia d’amore di così tanti anni ormai, non è certo roba da poco. Il tempo è comunque trascorso, fra i tanti sorrisi e qualche smorfia sul volto, in quel che è diventato un vero e proprio racconto sulle gesta del capitano, Lautaro Martinez, nella sua Inter.
Dai primi passi nella nuova squadra, dopo l’addio al Racing Club dove è cresciuto professionalmente, alla partita d’esordio ed il primo gol assoluto in maglia nerazzurra. Ogni momento resta vivido nella memoria del centravanti argentino, a cui è stato dedicato il nuovo docufilm ‘In Arte Lautaro’.
“Quando mi hanno chiamato, non ho avuto più dubbi. All’Inter mi sono sentito da subito a casa e lo ha notato anche la mia famiglia”, ha ammesso il calciatore. I gol, poi, si sono susseguiti molto rapidamente. Contro l’Atletico Madrid, il Milan, il Napoli e il Barcellona. Soltanto alcuni, fra tanti.
Certi anche di un peso enorme, che hanno condotto anche alla conquista dello Scudetto sotto la guida di Antonio Conte. Quindi il bis, sotto quella di Simone Inzaghi. E una marea di altri trofei in qualità di capitano, fra Coppa Italia e Supercoppa. Spunta persino una finale di Champions League, il cui trofeo è stato sfiorato per un soffio. Altro che addii o separazioni prima del tempo: per lui l’Inter è ancora oggi fede, amore, legame indissolubile.
Lautaro ha poi fatto un appunto speciale all’incredibile cavalcata con la Nazionale Argentina al Mondiale in Qatar, vissuto in prima persona con non poca apprensione per una problematica alla caviglia, che lo ha attanagliato per diversi mesi a seguire. A seguire il racconto, nel dettaglio.
Lautaro ricorda tutto: “Volevo operarmi”, poi ha prevalso l’amore per l’Inter
“Vincere un Mondiale è speciale, bello e difficile. Vivo il calcio al massimo, l’ho fatto anche con una caviglia distrutta. Facevo infiltrazioni ogni giorno. Alla seconda partita della competizione, sentivo di non avere più sensibilità. Al termine della stagione, dopo la finale di Champions League ad Istanbul, avevo preso la decisione di operarmi“, ha ammesso Lautaro.
“Una decisione complessa. Mi viene da piangere al pensiero, perché all’Inter do tutto me stesso. Quando certe cose non vanno come vorresti, ti impegni per far sì che restino indietro. Però dando sempre il massimo, finisce che non si vedono“, ha concluso il capitano.
Lasciando intendere che, nonostante tutti i trascorsi e le difficoltà, non è mai venuta meno la responsabilità di rappresentare al meglio il proprio club. Ora Lautaro è più forte che mai. Con le gambe, col cuore e con la testa. Ed uno sguardo sempre cattivo, nella massima espressione agonistica del termine, all’inseguimento di nuovi obiettivi.
“Finora abbiamo fatto un buon cammino in Champions, ma non possiamo accontentarci. Dobbiamo continuare ad aggiungere trofei in bacheca, questa è la destinazione principale della squadra”, ha infine aggiunto ‘El Toro’ di Bahía Blanca.
Intanto, il centravanti cercherà di recuperare al massimo la propria condizione atletica, peggiorata di recente a seguito di una lesione muscolare di lieve entità, per fare rientro in campo il prima possibile. Entro il weekend o le prime luci della prossima settimana, in ogni caso, arriverà l’esito degli esami strumentali.