L’ex vicesindaco Corbani parla di svendita degli spazi di San Siro da parte del Comune, su cui Inter e Milan dovrebbero costruire il nuovo impianto. Aperto un nuovo fascicolo
Da ormai molti anni, il club nerazzurro sta lavorando a stretto contatto con la controparte rossonera, per risolvere una delle questioni che stanno maggiormente a cuore di entrambe le tifoserie. Ovvero quella dello stadio.
Non avendo un impianto di proprietà, infatti, sia Inter che Milan sono chiamate a giocare le proprie partite ufficiali entro le mura di San Siro, divenuto nel tempo simbolo della storia delle due compagini nonché emblema di una città intera.
Sulle spalle dell’impianto, sebbene questo venga tutt’oggi considerato di grande rilevanza architettonica e monumentale, grava il peso dell’età e della mancanza di adeguamenti strutturali che possano permettere alle società di avvicinarsi ai numeri generati dalla maggior parte delle rivali europee che, al contrario, dispongono di strutture di propria pertinenza.
Da ciò era nata l’idea di creare, in due zone distinte del territorio, due nuovi stadi. Appariscenti, sostenibili e funzionali. Abbandonando di fatto San Siro a mansioni sportive di altra natura o tutt’al più per ospitare eventi musicali e affini.
In alternativa, da più parti è sorta la contro-proposta di rivalutare l’intero spazio circostante l’impianto e lo stadio stesso, a mezzo di opere mirate. Talune, tuttavia, davvero estreme: come quella dell’abbattimento e della sua conseguente ricostruzione.
Per far ciò, il Comune di Milano avrebbe avanzato la proposta di cessione del suolo a Inter e Milan, cosicché possa essere oggetto di studio e adeguamento al nuovo progetto. Più che di vendita, però, agli occhi dell’ex vicesindaco Luigi Corbani tale manovra ha avuto l’impressione di essere soltanto una grossa ‘svendita’.
Nuova bufera attorno San Siro, fascicolo aperto sulla svendita dell’impianto a Inter e Milan
Sul documento rilasciato dall’Agenzia delle Entrate, si legge un valore di circa 430 euro per metro quadro (30.196.909,60 euro) dell’intera area che comprende lo stadio Giuseppe Meazza e gli ambienti limitrofi.
Considerato praticamente un regalo da Corbani e corrispondente al “43-63% in meno del valore stabilito dalla Giunta comunale in data 6 dicembre 2024″, si legge all’interno dell’esposto pubblicato dal promotore del movimento ‘Sì Meazza’ qualche giorno fa.
Il legale di Corbani, oltretutto, avrebbe presentato in via ufficiale anche una querela per ‘invasione di proprietà‘, legata alla presenza di personale incaricato alla valutazione dell’area, allo scopo di procedere con l’apertura di un cantiere in loco.
Sulla base di queste ed altre accuse promosse dagli esponenti, la Procura di Milano ha già aperto un fascicolo all’interno del quale verranno raccolte ed esaminate a fondo tutte le azioni che sembrerebbero condurre, stando ai fatti riportati, ad una vendita a condizioni alquanto dubbie. Si presume che la vicenda San Siro possa tenere banco per altro tempo ancora.