Il ricordo dell’ex calciatore nerazzurro sulla trattativa che lo condusse a Milano nei primi anni ’80, nonostante l’interesse di Milan e Bologna. Operazione chiusa nell’ombra
Buona parte degli inseguimenti fra club e calciatori, al giorno d’oggi, avvengono alla luce del sole. Forse perché, nonostante non sia esattamente nelle intenzioni, sarebbe davvero difficile fare altrimenti.
L’evoluzione dei mezzi di comunicazione ha infatti ridosso significativamente la distanza che invece, molto tempo prima, intercorreva fra le parti coinvolte in un affare di mercato e quanti invece ne avrebbero voluto sapere di più da subito. Appassionati, tifosi, giornalisti, commentatori.
Oggi l’informazione corre veloce, ma permangono ancora casi in cui si cerca di non far trapelare dettagli utili. Almeno fino all’ultimo. Spesso e volentieri quando qualcosa di importante bolle in pentola. Ricalcando proprio quanto accadeva trenta o quarant’anni fa.
Di una incredibile trattativa di simil fattura ha parlato l’ex calciatore austriaco Herbert Prohaska, raggiunto da ‘La Gazzetta dello Sport’. Ecco l’incredibile racconto.
L’aneddoto di Prohaska sul suo passaggio all’Inter: “Mi chiesero se fossi pronto”
Prohaska, colonna dell’Austria Vienna nel corso della seconda metà degli anni settanta, finì all’Inter nell’estate del 1980. Proprio in occasione della riapertura delle frontiere da parte della FIGC al tesseramento di calciatori stranieri. Qualcosa che non accadeva dal lontano 1966.
Quel che più stupisce, però, è la modalità in cui è avvenuto il contatto fra le parti. “Un giorno il direttore sportivo Beltrami arrivò a Vienna perché voleva incontrarmi, ma facemmo tutto di nascosto all’interno di un albergo“, ha ammesso l’ex calciatore nerazzurro, con una parentesi anche alla Roma.
“Qualche tempo prima di quell’incontro, ricordo che mi confrontai con Mazzola e l’allenatore Bersellini in Germania. Quest’ultimo mi chiede se fossi disposto a correre per l’Inter. Sarà forse stato da quel momento che la loro scelta ricadde su di me, invece che su Platini. Per un qualsiasi cittadino austriaco, l’Italia era soltanto meta turistica, mentre io ebbi la fortuna di ritrovarmi davanti a 60mila persone a San Siro”, ha raccontato Prohaska, ripercorrendo una fase storica della propria carriera e dell’intero calcio italiano.
Quindi è seguito il commento su quegli anni vissuti all’Inter, seppur di breve durata e con il rammarico di non aver potuto proseguire oltre da vincente: “Eravamo ossessionati dalla Coppa dei Campioni, ma ci fermammo in semifinale contro il Real Madrid. Se solo quel colpo di testa non avesse colpito il palo… Poi l’anno seguente arrivò la Coppa Italia, ma Mazzola mi anticipò che mi avrebbero venduto. Volevano iniziare un nuovo capitolo con Mueller”.