Meno di un anno all’Inter, poi le clamorose dimissioni: tutta colpa di una lite con i proprietari del club. Il racconto
L’argomento è noto, e il diretto interessato ne ha parlato più volte, senza tuttavia spiegare mai le vere ragioni che hanno portato alla rottura. Il pentimento, dopo le dimissioni, è arrivato quasi subito. E a distanza di quasi dieci anni, resta l’amarezza rispetto a ciò che sarebbe potuto essere.
“Non mi perdonerò mai l’addio all’Inter“, ha dichiarato di nuovo l’ex dirigente nerazzurro. In una lunga intervista concessa a la Gazzetta dello Sport, Walter Sabatini, vicino al compimento dei settant’anni, ha raccontato di essere ancora preda di molti sensi di colpa. Così è il suo carattere, votato all’autocritica e alla costante insoddisfazione.
Ha anche raccontato della gioia più grande sperimentata in carriera, citando il record delle dieci vittorie consecutive con la Roma: “Mi sono sentito a mio agio, un regalo alla gente. C’era da poco Rudi, mi prendevano per il culo tutti… Ricordo i messaggi. Mi scrivevano abbiamo preso il sergente Garcia. Ma ero sicuro che avrebbe fatto bene e ho avuto ragione“.
Poi è tornato su quello che ha più volte definito il suo più grande errore: lasciare l’Inter. “Avevo discusso con Zhang, cose che succedono. E invece con le dimissioni mancai di rispetto a un’intera tifoseria. E non si perde una squadra come l’Inter così, non me lo perdonerò mai“.
Sabatini e l’addio all’Inter: “Discussioni con Zhang“
Sabatini, dopo le esperienze come dirigente al Perugia, alla Lazio, al Palermo e soprattutto alla Roma, nel maggio 2017 venne assunto da Suning come coordinatore dell’area tecnica delle squadre collegate alla proprietà cinese, cioè l’Inter e il Jiangsu Suning. A maggio del 2018 era già fuori. A causa di alcune divergenze con Zhang senior, Sabatini scelse la via delle dimissioni.
Pochi giorni dopo si accordò con la Sampdoria. E anche lì, dopo nemmeno un anno, si dimise dopo uno scontro con Massimo Ferrero, allora presidente e proprietario del club ligure. Nel giugno del 2019 cominciò a lavorare con Joey Saputo, proprietario del Bologna e del Montreal Impact. Il rapporto andò avanti fino all’autunno del 2021. L’ultima avventura come dirigente in Italia è stata quella alla Salernitana.
A Salerno, Sabatini conquistò con i suoi massicci e coraggiosi acquisti invernali un’insperata salvezza all’ultima giornata. Litigando con Danilo Iervolino si dimise. Passò allora a un club brasiliano di Serie D, l’Athletic Club, dopodiché tornò alla Salernitana, cui rimase legato contrattualmente fino all’estate del 2024.
Litigi con tutti
Sabatini si è scontrato con tutte le proprietà con cui ha collaborato. I primi screzi storici furono quelli con Luciano Gaucci al Perugia. Non andò mai d’accordo con Lotito. Si è scontrato spesso con la proprietà del Palermo, dove però ha vissuto un’esperienza chiave. Ed ebbe diversi problemi con la Roma, anche se rimase nella Capitale per più di cinque anni.
Non particolarmente apprezzato dalle proprietà, Sabatini è stato molto amato dalle tifoserie. A Palermo, a Roma e a Salerno gli vogliono ancora molto bene, e lui dichiara spesso di essere ancora affezionato a quelle piazze.
A sorpresa, però, il dirigente toscano dice di rimpiangere anche l’Inter, con cui ha lavorato relativamente poco. Ai tempi della sua collaborazione con Zhang, infatti, Sabatini era quasi sempre in Cina. Era dunque poco collegato alla dirigenza centrale dell’Inter.