I rapporti fra le autorità governative potrebbero far cambiare nuovamente veste al club, per cui c’è ancora l’interesse del fondo Pif
La vecchia gestione Suning, travolta da una posizione debitoria ormai irrecuperabile, ha lasciato le chiavi degli uffici di Viale della Liberazione da ormai un annetto nelle mani di coloro dai quali aveva tentato in tutti i modi di svincolarsi.
Senza batter ciglio o rilasciare proroghe in via bonaria, però, l’acquirente Oaktree ci ha messo pochissimo a rilevare ogni attività legata all’Inter ed altrettanto poco ad imporre la propria visione manageriale. Un po’ fredda, forse. Ma non c’è da stupirsi troppo: per il fondo statunitense, il brand nerazzurro è soprattutto un business. Meno spazio per i sentimentalismi.
La visione a lungo termine di Oaktree ammette profitti, investimenti e rilanci che perdureranno finché non busserà alla porta un’altra realtà. L’ennesima, disposta a fare affari alle giuste cifre. Cifre stellari, s’intende, perché non si potrebbe mai pensare di tornare a casa senza averci ricavato qualcosa.
Fra quelle disposte a strizzare un occhio a club come l’Inter, al di là di ombrose figure statunitensi che han già dimostrato una certa affinità al mondo calcistico, qualcuna batte ancora bandiera araba.
Basti ricordare che prima ancora dell’insediamento di Oaktree, era diventata insistente la voce di un possibile accordo con il fondo Pif. Quest’ultimo direttamente dipendente dal governo dell’Arabia Saudita e al cui vertice siede in qualità di presidente Mohammad bin Salman Al Sa’ud, altrimenti noto per essere principe ereditario della medesima monarchia.
Oggi Pif torna a far parlare di sé. La menzione è sopraggiunta nel corso del convegno “Merger & Acquisition”, durante il quale Marco Samaja, CEO di Lazard Italy, non ha nascosto le vere intenzioni del fondo ed un potenziale collegamento con realtà italiane di spicco.
“Sebbene Pif detenga il Newcastle in Premier League, lì (in Inghilterra, ndr) non possono esercitare il soft power“, ha raccontato Samaja in prima battuta.
In altri termini, Pif non può pienamente far uso dell’immagine del club per esercitare la propria influenza anche al di fuori del contesto meramente sportivo. La situazione, però, potrebbe esser ben differente in Italia.
“In futuro potrebbero tornare a guardare a Inter, Milan o Juventus sulla scia dei buoni rapporti che intercorrono fra il nostro governo e l’Arabia Saudita“, ha quindi aggiunto. Tutte le parti coinvolte, in sostanza, ne trarrebbero beneficio. Seppur per motivazioni distinte. Vedremo se Oaktree vorrà effettivamente cogliere la propria occasione o aspettare ancora.
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