Si torna a parlare dell’inchiesta Doppia Curva. Un esperto di diritto sportivo punta il dito contro l’Inter, parlando di fatti gravi
“Più grave del caso Juve“, ecco cosa suggerisce l’esperto, parlando dell’inchiesta di cui si sta occupando la FIGC, relativa ai rapporti di Inter e Milan con le curve. La novità sostanziale che sembra poter aggravare la fattispecie è collegata alle ultime dichiarazioni di Luca Lucci, capo ultras della Curva Sud di San Siro. L’indagato ha infatti recentemente ammesso di aver avuto ripetuti rapporti con la dirigenza del Milan (e di poterlo documentare con le chat che ha conservato).
Un dato che solleva nuovi interrogativi sulla violazione del codice di giustizia sportiva della FIGC, che vieta esplicitamente i contatti non occasionali tra tesserati e tifosi, se non attraverso il delegato SLO.
Tale figura, il supporter liaison officer, è stata introdotta dalla Federazione proprio per facilitare i rapporti e il dialogo fra tifo organizzato e club. E, in ogni caso, si tratterebbe di un professionista chiamato a collaborare con le autorità e a mettere sempre al primo posto la sicurezza e il pieno rispetto della legalità. Qui, invece, abbiamo a che fare con ultras coinvolti in pratiche gravemente illegali: estorsioni, minacce, infiltrazioni mafiose, intimidazioni, racket…
L’avvocato Paco D’Onofrio, esperto di diritto sportivo, ha affermato che, se le indiscrezioni fossero confermate, il quadro generale potrebbe anche rivelarsi più grave rispetto al caso che ha portato alla penalizzazione per la Juventus. Tuttavia, ha anche invitato tutti alla cautela, sottolineando che una penalizzazione in classifica sarebbe prevista solo se gli episodi fossero numerosi e indicassero un sistema strutturato.
D’Onofrio prevede una penalizzazione: “Quadro più grave rispetto al caso Juve“
Intervistato da Tuttosport, l’avvocato ha dichiarato: “È necessario conoscere tutti gli atti prima di trarre conclusioni. Ma se le indiscrezioni fossero confermate, il quadro sembrerebbe più grave rispetto al precedente della Juventus”.
E, in effetti, il codice di giustizia sportiva della FIGC vieta, attraverso l’articolo 25, che ci siano contatti diretti tra tesserati, dirigenti e tifosi, se non attraverso la specifica mediazione del già citato delegato SLO. In caso di conferma di quanto dichiarato da Lucci, scatterebbero quindi pensanti squalifiche e ammende. Anche la società potrebbe rispondere, per responsabilità oggettiva o diretta. Quest’ultima ipotesi, più grave, si configurerebbe se fosse davvero coinvolto un rappresentante del club.
La posizione di D’Onofrio può essere giudicata come equilibrata: l’avvocato avverte sulla gravità potenziale ma insiste soprattutto sull’importanza di accertare i fatti prima di trarre conclusioni. Sui social, invece, si è già preferito estrapolare solo la parte finale della dichiarazione dell’avvocato, invocando una doppia penalizzazione per Inter e Milan.
Uso illecito dei biglietti
Secondo quanto emerso dall’inchiesta Doppia Curva condotta dalla procura antimafia di Milano, le tifoserie organizzate di Inter e Milan sono state coinvolte in diverse attività illegali. Tra questo il controllo dei parcheggi e delle attività di vendita di cibo e bevante, con la complicità della criminalità organizzata e la rivendita di biglietti.
In pratica, i biglietti ottenuti dai club (richiesti con prepotenza) venivano poi rivenduti a prezzi maggiorati. E D’Onofrio ha argomentato anche sulla questione dell’uso illecito dei biglietti. “La società risponde solo se si accerta la complicità di propri tesserati. Altrimenti resta incolpevole rispetto all’uso improprio dei ticket da parte dei tifosi”, ha precisato l’esperto
Dopodiché, D’Onofrio ha lasciato intendere che non va esclusa l’applicazione dell’articolo 4, che entra in gioco per condannare condotte non tipizzate ma gravi, come accaduto nel caso plusvalenze per il club bianconero. Anche in questo caso, secondo l’avvocato, una penalizzazione in classifica non è automatica. “È prevista solo qualora gli episodi siano numerosi e indichino un sistema strutturato”. Conterà, secondo D’Onofrio, il peso che verrà dato all’influenza dei gruppi organizzati. Bisogna in pratica cercare di fare una differenza tra supporto istituzionale e tolleranza passiva verso gli ultras. Per l’avvocato, nel primo caso, la responsabilità del club sarebbe più marcata.